A Gibuti abbiamo  tante donne in cerca di un mezzo per mantenere le loro famiglie. Uno di questi, è la sartoria, accessibile a molte, richiesto sul mercato del lavoro, anche per semplici lavori come aggiustare indumenti, orlare, rattoppare.  Questo si verifica anche nella cittadina di Obock, crocevia di sfollati e migranti del Corno d’Africa, con insediamenti periferici.  

In questo ambiente ragazze  e giovani donne capofamiglia, hanno poche possibilità di andare a scuola e la terra semidesertica non ha lo sbocco dell’agricoltura per guadagnarsi da vivere. Per questo alla proposta di aprire una scuola di taglio e cucito e altri lavori tipicamente femminili, ha trovato tanta adesione e speranza.

La scuola di cucito di Obock si propone di offrire una formazione pratica di cucito a mano, lavoro a uncinetto e  anche l’uso della macchina da cucire. Il corso dura due anni e alla fine della formazione  le partecipanti sono in grado di iniziare un’attività in proprio nel sobborgo. L’attività iniziata un anno fa sta per affrontare il secondo anno di formazione.  

Tante le speranze delle finaliste.  Ma pur essendo capaci, molte non hanno la minima possibilità di fornirsi non solo di una macchina da cucire, ma anche di filo, aghi, forbici, e altro materiale indispensabile  al cucito.  Se potessimo disporre di tremila euro, dieci donne avrebbero di fronte a sé un futuro di speranza assicurato per sé e per le loro famiglie.