
Suor Reina Amparo è una missionaria della Consolata colombiana che, in una regione di conflitto e violenza, è stata promotrice di un’ iniziativa di pace molto significativa: il “Circolo di lettura”. Leggiamo le parole entusiaste di una maestra che l’ha incontrata e ne condivide gli ideali.
Si chiama Reina Amparo Restrepo ed è per me una figura di eroismo. Non mi sono mai piaciuti gli eroi armati, quelli che danno la vita e muoiono giovani, lasciando i propri sogni sepolti, insieme a molte versioni di sé stessi. A me piacciono i personaggi che vivono la vita attraverso i propri sogni e progetti, quelli che sono sempre attorniati da molta gente che li rispetta e che, sicuramente, continuerà il loro lavoro quando essi non ci saranno più. Per questo Suor Reina Amparo incarna ciò che, per me, è un ideale, perché lei è viva, molto viva, e mi ha mostrato la strada e la realizzazione di molte idee in cui, io, come maestra, credo fermamente.

Nel 2007 il progetto “Circolo di lettura infantile e giovanile” di Suor Reina Amparo ha ottenuto il Premio nazionale della Pace. Lei con il suo team erano convinti che attraverso la lettura i bambini di San Vicente del Caguán avrebbero potuto recuperare i loro sogni, tornare ad avere mete e ideali da raggiungere e farsi un’immagine del futuro diversa dalle armi che tanto danno hanno fatto a questa regione del Paese. E così, con pochi soldi e molta buona volontà, hanno iniziato a bussare a porte e a ottenere aiuti, al punto che il Circolo di Lettura è diventato uno dei progetti socioculturali più significativi di tutta l’ America Latina.
“Una volta un signore mi ha chiamata per donarmi sedie e tavoli io gli dissi di no, non abbiamo bisogno di queste cose. Il mio progetto funziona senza sedie, né tavoli, perché funziona nelle case e con l’impegno delle comunità, perché senza questo sostegno, non c’è possibilità di successo”. Me lo raccontava mentre mangiamo mandarini, e io la ascoltavo come se fosse una fata. Avevo mille domande da farle, ma non riuscivo, ero incantata ascoltandola, perché ogni volta che pronunciava una frase, io imparavo qualcosa.

Suor Reina è l’incarnazione di ciò che significa l’alfabetizzazione con valore sociale. La scrittura e la lettura non si possono insegnare asetticamente, devono insegnarsi per risolvere problemi reali di comunicazione, e lei ci è riuscita con ciascuno dei suoi libretti. I bimbi scrivono il testo dei libretti e la comunità intera legge questi testi. In San Vicente del Caguán ci sono radio e giornali la cui funzione principale consiste nella creazione di canali di espressione e di generazione dell’ identità.
“Adesso i bambini hanno sogni, vogliono di nuovo essere maestri, dottori, ingenieri, scrittori, prima tutto questo era impensabile” diceva Suor Reina, mentre mi mostrava la “bellezza” dei disegni dei suoi bambini. E questa parola – bellezza – la definisce pienamente, secondo me: Suor Reina è una bellezza di donna! Ha un cervello 90-60-90, il più bello che ho visto, ed io ho avuto la fortuna di conoscere molta gente intelligente.

Il suo progetto è cresciuto bene, come le piante che sono curate da donne sapienti. Ha incominciato con un libretto, ha favorito la crescita di una generazione di bambini lettori che continuano a coltivare la propria cultura, e vogliono trasformare la propria comunità.
Per Suor Reina non è stato facile trovare risorse e fondi, ma mai si è sentita sconfitta. Ha canalizzato energie di tante persone, perché sapeva chiaramente l’orizzonte del suo progetto, che è già parte della comunità.
Abbiamo trascorso due giorni insieme, e tutte le volte che trovava un professore, gli passava uno dei suoi libretti e lo invitava a far parte di questo progetto. E che dire di quel taxista che, sentendoci parlare di lettura, ci ha condiviso, tutto emozionato, che stava proponendo alla sua comunità un’iniziativa di lettura educativa? Subito Suor Reina gli ha dato i contatti per entrare nel Circolo di lettura!