
“Pensando alla vocazione alla vita mi viene in mente l’immagine del seminatore e della semente che, essendo di diverse specie, ciascuno nel terreno più adeguato, germina e produce frutti di diversi colori e sapori” Fátima, laica missionaria della Consolata, racconta la sua vocazione alla missione laicale secondo il carisma consolatino.
La ricerca di un significato di vita mi pone in cammino, per un verso della coscienza di chi sono e dei miei bisogni e dall’altro, delle voci del mondo in cui vivo e delle opportunità così come si presentano. La formazione cristiana ricevuta fin dall’infanzia, fece affinare in me una ricerca dei valori del regno e alimenta il desiderio e la decisione di vivere liberamente il mio impegno battesimale.
L’esempio di Santa Teresina del Bambin Gesù è stato determinante per risvegliare il mio ideale missionario e la missione presentata nella dimensione della consolazione, quando arrivò, ha allora avuto senso. L’opportunità di vivere questo ideale è arrivata con un invito che non ha trovato nessuna resistenza e subito ci siamo tuffati nel cammino carismatico, pur senza capire molto bene allora, di quello stesso invito.
I principi che costituiscono il carisma allamaniano continuano a essere validi anche oggi perché ripieni della chiamata a essere e fare accadere la consolazione, sempre necessaria in tutto e qualsiasi aspetto della vita. Questa fedeltà al carisma consolazione e liberazione già si trova nel dna dei missionari e missionarie, figli e figlie del padre Allamano.
Per tornare all’immagine del seme, in tutti i quasi 30 anni come LMC considero una grazia, la convivenza con tanti protagonisti della missione, che hanno seminato in silenzio sogni e speranze, come bravi amministratori che hanno dato al vita e energia alla causa del vangelo.
Credendo nella missione, come ideale di vita cristiana, collaboriamo soprattutto in ambiti specificamente sociali, dove il sentimento di completezza trasformava sempre il servizio in offerta e in ogni situazione di vita vissuta, abbiamo riaffermato il nostro impegno con i bambini e anziani attraverso la pastorale della Conferenza dei vescovi brasiliana, con i più bisognosi nella pastorale dela solidarietà a livello di parrocchia, nelle esperienze missionarie ad gentes in Jaguararì, Monte Santo, Dourados. Oltre ai viaggi per partecipare e offrire il nostro contributo come LMC in eventi delal famiglia Consolata allargata e internazionale.
Come può venir meno l’entusiasmo con tanti testimoni di forza, perseveranza e di coraggio profetico che in questi tempi insistono a sognare, ma anche a denunciare?
Come non impegnarsi quando assistiamo allo sviluppo della tecnologia che ci fornisce la scelta da prendere, tanto per costruire come per distruggere?
Come sperare passivamente che la pace si ristabilisca in tanti luoghi di conflitto, a cominciare dall’intimità della casa?
Come non lasciarsi contaminare dalle azioni di molti, a favore della libertà e della dignità umana? Per gli atteggiamenti in favore della conservazione della vita e dell’ecologia?
Si, dobbiamo avere la consapevolezza di ciò che ci circonda, allo stesso tempo di ciò che entra nel nostro animo, come anche di come il nostro organismo reagisce e si deteriora con l’età che avanza.
L’azione del tempo in noi non è necessariamente solo limitante, se cerchiamo di applicarla in forma responsabile e coerente con le nostre possibilità e attitudini. Così come la sapienza, la pazienza, uno sguardo affinato per una lettura del qui e ora, dell’oggi, con il futuro come orizzonte, possono essere estremamente valide nel processo di crescita della coscienza del nostro essere discepoli di Gesù e laici MC.
Il seme è stato piantato, il fuoco del carisma acceso, resta allora il profumo e la freschezza di tante esperienze vissute con e come missionari della Consolazione.
Il cammino continua a essere seminato, con la speranza di sapere che il frutto sboccerà e che il futuro spunterà di fronte ai giovani e alle famiglie.
Fatima Baseggio, LMC S. Paulo