100 anni di missione e consolazione in Tanzania

Erano passati 13 anni e 1 giorno dal quel 29 gennaio, quando il canonico Allamano aprì la Consolatina per accogliere le giovani aspiranti missionarie: “29 gennaio 1910 , S. Francesco di Sales. Oggi stesso il Rev.mo Sig. Rettore alle 16,30 va ad inaugurare alla Consolatina l’Istituto delle Missionarie della Consolata e vi pone due Suore Giuseppine, Sr. Celestina e Sr. Dorotea, che ne saranno le prime superiore – Albo signando lapillo!”. Così ci testimonia la cronaca del Seminario Maggiore dei Missionari della Consolata.

Tredici anni e un giorno: è un tempo relativamente breve, ma nel quale si possono vivere molte, molte cose, così come avvenne. La prima giovane a bussare alla porta dell’ Istituto fu Gabriella Bertino, alla quale si aggiunsero nei mesi seguenti molte altre. Gabriella prese il nome di Suor Paolina e fu destinata al Kenya con il primo gruppo di sorelle, nel 1913. Era una persona umile, di un’umiltà sincera, convinta, quell’umiltà che si sa spendere per il bene degli altri e sa nascondersi al momento del raccolto. Si interessava di ogni persona che incontrava, aveva una passione incredibile per l’ annuncio del Vangelo, e voleva che tutti lo accogliessero con il Battesimo.

Dopo poco più di nove anni di missione in Kenya, suor Paolina è destinata al Tanzania, più precisamente al Vicariato di Iringa, come superiora della nuova presenza. Insieme a suor Lucia Monti, un’altra pioniera della missione in Kenya, si dirige a Mombasa, dove si ritrovano con le quattro sorelle partite da Torino l’8 dicembre 1922: suor Francesca Gianasso, suor Delfina Vaisitti, suor Marcellina Bianchi e suor Clementina Cristino. Le sei Missionarie arrivano a Dar-es-Salaam il 10 gennaio 1923, proseguono per Dodoma in treno e da Bihawana, il 22 gennaio, iniziano la carovana, insieme ai Padri Missionari della Consolata ed alcuni portatori, che le farà arrivare, il 30 gennaio 1923, alla loro attesa missione di Tosamaganga.

Se è vero che gli inizi segnano una presenza, queste sei sorelle hanno tracciato un cammino di missione vicina alla gente, una presenza impregnata di calore umano e di profondo rispetto per le persone. Donne laboriose, forti, generose, appassionate di Dio e dell’annuncio di Cristo, così come le voleva il Padre Fondatore, radicate in Gesù Eucaristia e in Maria Consolata. Furono sei salde fondamenta su cui si costruì, giorno dopo giorno, anno dopo anno, la presenza di primo annuncio del Vangelo e di consolazione in mezzo al popolo della regione montagnosa di Iringa.

“Cento anni di donazione e di sacrificio: arrivare in Tanzania in quel tempo non era facile, non c’erano strade, ma è un sacrificio fecondo, perché è un sacrificio d’amore” condivide suor Yudith, missionaria della Consolata tanzaniana, oggi in Kirghizistan. Continua: “grazie alle prime nostre sorelle, che sono arrivate senza sapere dove andavano, senza sapere la lingua, oggi possiamo cantare il Magnificat e danziamo di gioia. Grazie a loro il seme, la Parola che hanno piantato, oggi ci sono tanti carismi e vocazioni al servizio: grazie a loro, anche noi, possiamo dire il nostro SI, seguendo le orme, anche se la realtà è tanto diversa, ma anche noi siamo oggi chiamate ad andare lì dove ci sono fratelli e sorelle che hanno bisogno di incontrare Gesù”.

Cent’ anni di presenza in Tanzania! Cento anni di benedizioni da parte del buon Dio, cento anni di vite ricche di fede, coraggio e abnegazione donate per la missione!” condivide suor Stefanella, che ha vissuto 28 anni la missione in Tanzania.

Cresce in me la gratitudine per la missione, che è dono di Dio” ci dice suor Claudia Lancheros, ora in Kazakistan e con un’esperienza missionaria molto significativa in Tanzania: “un popolo così bello, buono, umile: quanto ci ha donato! E quanti padri, fratelli e sorelle hanno donato veramente le loro vite per l’evangelizzazione! La grazia dei cento anni ci permette anche di vedere i frutti di questo cammino: le comunità cristiane che crescono nella fede, le vocazioni delle congregazioni locali e missionarie, e la forza dei laici nella Chiesa, che vivono la fede con gioia e con “colore”.

“Beati quei piedi che hanno camminato molto, diffondendo ovunque la Parola di Dio e avendo anche sempre molto a cuore la promozione umana, e tutto torni per la gloria di Dio , e l’avvento del suo Regno!” (Suor Stefanella)  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *