La vita del Canonico Giacomo Camisassa

 Il 18 agosto 2022 ricorre il centenario della morte del Canonico Giacomo Camisassa, cofondatore degli Istituti Missionari della Consolata. Lo ricordiamo con molta gratitudine, e ve lo presentiamo come una presenza cara e importante per noi.

Giacomo Camisassa nacque in Caramagna Piemonte il 27 settembre 1854, da Gabriela Camisassa e Agnese Perlo, modesti contadini. Fu il penultimo di tre fratelli e due sorelle, della quali l’una si fece suora di Maria Ausiliatrice e fu tra le prime subito dopo la fondazione; l’altra, Maria, si sposò con Perlo Antonio e fu poi madre di Mons. Perlo.

Terminate le elementari, nelle quali si distinse per spiccata intelligenza e vivacità di carattere, i genitori, nell’impossibilità di fargli continuare gli studi, si decisero a malincuore ad impiegarlo quale apprendista fabbro presso il padrino. Ma la sorella Maria, cui rincresceva non poco che un fratello di così eletto ingegno e rara pietà si limitasse a fare il fabbro, gli venne in aiuto. Sarta abile ed attiva, si impegnò, aumentando le ore di lavoro ed imponendosi una più rigorosa parsimonia, di pagare le spese necessarie per la continuazione degli studi. Ed ecco Giacomino Camisassa, all’età di 14 anni, lasciar l’officina e il paese natio per riprendere i libri e cominciare i corsi ginnasiali nell’Oratorio Salesiano di Torino.

II 22 ottobre 1871, vestiva l’abito chiericale nella chiesa parrocchiale di Caramagna, passando subito dopo al seminario di Chieri per gli studi filosofici. Sempre distintissimo, fece gli studi teologici nel seminario di Torino, e nel quinto anno fu nominato primo prefetto. II 15 giugno 1878, nella chiesa metropolitana di Torino, veniva ordinato sacerdote per mano di Mons. Gastaldi e, in quello stesso anno, si laureava in teologia.

Il canonico Giacomo Camisassa e il Beato Giuseppe Allamano, inseparabili amici e collaboratori

Nel settembre del 1880, l’Allamano, essendo stato nominato Rettore del Santuario della Consolata, col consenso dell’Arcivescovo Gastaldi sceglieva a suo coadiutore il Camisassa stesso, che egli ben conosceva per essergli stato direttore spirituale per quattro anni. Così, il 2 ottobre di quello stesso anno, il Can. Allamano prendeva possesso della sua carica, e il giorno seguente il Camisassa lo raggiungeva. Rimarranno assieme, condividendo gioie e dolori, per 42 anni continui. Dal 1883 al 1885, fu di validissimo aiuto al­l’Allamano, sia nella conduzione del Convitto Ecclesiastico, sia nell’assistenza ai lavori per i restauri del santuario; e fu allora che l’Allamano lo nominò Vice Rettore dell’uno e dell’altro.

Alle soglie del ’900, condivide fino in fondo con il Can. Allamano le ansie, le preoccupazioni, le fatiche della fondazione dell’Istituto. Fu egli ad allestire la prima Casa Madre in corso Duca Genova, poi a studiarne ii disegno nella nuova sede e curarne l’esecuzione. Mentre l’Allamano riteneva l’alta direzione dell’Istituto e la formazione spirituale degli alunni e delle suore, il suo fido compagno prendeva per sé tutta la parte amministrativa e organizzativa. Fu ancora lui ad occuparsi delle spedizioni di materiale per le missioni: dando le ordinazioni, controllando le merci ricevute, dirigendo i lavori di imballaggio e aiutando con le proprie mani come un semplice operaio. Fu pure, fino alla morte, Direttore del Periodico. Lo curava con diligenza meticolosa, articolo per articolo, colonna per colonna: nella materia, nella forma e nella stampa. I numeri usciti sotto la sua direzione sono 284. Correggeva le bozze con pazienza ammirabile, nulla sfuggendo al suo sguardo attento: non un errore tipografico, un difetto di composizione o di stampa. Era inesorabile.

Nel febbraio 1911, con il consenso e l’incoraggiamento della S. Sede e con il titolo di Visitatore Apostolico, iniziava la sua visita alle missioni del Kenya, che durò 15 mesi, fino all’aprile del 1912.

Il Can. Camisassa nel suo viaggio in Kenya

Rientrato in patria, condivide con il Fondatore le dure prove della Prima guerra mondiale, che rallentò o paralizzò lo sviluppo dell’Istituto e delle missioni. Ma con il cessare delle ostilità, ne condivise pure la ripresa, sia in patria, sia nei campi di missione. Le vocazioni missionarie aumentano in modo consolantissimo, sì da rendere necessaria l’apertura di nuove case. In Africa, alle due missioni del Kenya e del Kaffa, aggiunge, nel 1921, la Prefettura Apostolica di Iringa. Ed è proprio l’intensificarsi di tanto lavoro e di tante preoccupazioni che porterà il Camisassa alla tomba.

II primo attacco del male l’ebbe verso la fine di giugno 1922. Recatosi per consiglio dell’Allamano alla villa di Rivoli, poté, con un riposo relativo e per le assidue cure delle suore missionarie, rimettersi alquanto e ritornare a Torino. Ma ben presto un attacco più violento l’obbligò a un riposo assoluto e a non più lasciare il letto… Il 18 agosto 1922, venerdì, spirava tra le braccia del Canonico Allamano. Questi, affranto dal dolore, non ebbe cuore di partecipare ai solenni funerali. Vi assisté in spirito, rimanendo appartato e cercando di lenire il suo dolore con la preghiera alla Vergine delle Consolazioni.

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