
Facciamo oggi quattro chiacchiere con suor Ligia, missionaria della Consolata portoghese, che da poco è rientrata in Brasile e vive nella missione di Catrimani, nell’Amazzonia.
Suor Ligia, il tuo cammino vocazionale è stato lungo e forse un po’ diverso da quello che siamo abituate ad ascoltare. Come è nato in te il desiderio di essere Missionaria della Consolata?
Se oggi sono qui, nell’Amazzonia, come Missionaria della Consolata, è perché il Signore mi ha amato, mi ha guidato, mi ha dato forza, e, soprattutto, non ha desistito… Mi ha mostrato il cammino e fatto trovare sulla mia strada tanti missionari e missionarie: la loro testimonianza faceva vibrare il mio cuore e una nuova luce brillava: anch’io volevo essere presenza di consolazione nel mondo, portare Gesù Cristo a tutti i popoli della terra.
Per 25 anni sono stata catechista, fin da molto giovane: lavoravo nella mia Parrocchia e partecipavo anche degli incontri del gruppo “Giovani Missionari della Consolata”: in questi incontri ho conosciuto molti missionari, e cresceva in me il desiderio di consacrarmi a Dio ma… la paura mi bloccava: pensavo di non essere all’altezza, che non ero abbastanza santa. Con il tempo, ho capito che la santità si costruisce giorno dopo giorno…
Cosa ti ha fatto scattare la molla giusta e fare il passo decisivo?
Avevo un lavoro che mi piaceva, amici, una famiglia che mi amava, molte soddisfazioni: ma dentro di me un’inquietudine e un vuoto non mi lasciavano in pace. Ho iniziato il cammino di formazione come Laica Missionaria della Consolata, e come tale sono partita nel 2010 per un servizio missionario di tre anni nel Nord del Brasile, a Catrimani. Era una sfida grande: sono partita sola, per un paese che non conoscevo, ma era solo per tre anni: dopodiché avrei ripreso la mia vita di sempre, il mio lavoro.

E invece…
E invece la vita in Catrimani mi ha completamente fatto cambiare rotta: il tempo vissuto nella comunità di Catrimani, nel bel mezzo della foresta amazzonica, condividendo la vita con il popolo Yanomami, mi ha fatto appassionare per la missione, mi ha trasformato, il mio cuore si è colmato di gioia, sono nata di nuovo! Certo, anche il mezzo all’incertezza, chiedendomi che fare della mia vita…
L’esperienza di Catrimani mi ha mostrato il volto di Cristo in ogni persona che incontravo: sono state tante le difficoltà di adattamento al clima, al cibo, al dormire nell’amaca, al camminare nella foresta… Era tanto da imparare per un’europea, e allo stesso tempo mi sentivo a casa, come se avessi trovato le mie origini…
In questa esperienza, ho trovato la risposta che cercavo: uscendo dal mio paese, dalla mia famiglia, e soprattutto uscendo da me stessa per andare incontro ai fratelli e sorelle, mi sono lasciata toccare dall’amore e dalla grazia di Dio. A quarant’anni ho trovato l’amore della mia vita, che avevo avuto sempre al mio fianco: ho deciso di diventare missionaria della Consolata per tutta la vita.
Quindi, cosa è successo dopo?
Ho fatto il mio cammino di formazione nell’Istituto in Brasile, per quattro anni: la prima formazione di orientamento, quindi lo studio teologico (ho ripreso a studiare dopo 21 anni, è stata un’avventura!): è stato un tempo per mettermi alla prova… Non importa il tempo, l’ora e l’età: Dio vuole un cuore aperto per amare ed essere amato, nella libertà, nella gioia e nella fiducia. Ho visto nella mia vita la grazia di Dio far diventare possibile ciò che sembrava impossibile…
Da poco sei rientrata in Catrimani, dopo quasi dieci anni: cosa ne pensi delle strade di Dio?
I due anni vissuti a Catrimani mi hanno trasformata, spiritualmente e anche fisicamente: sono ritornata più magra e più giovane! Il mio cuore è rimasto con la gente, e quando sono partita da lì, ho detto: se il Signore vuole, ritornerò. E così è stato! Non immagini che gioia ha riempito il mio cuore! Ritornare alla terra che ha visto nascere la mia vocazione!
E noi ti assicuriamo la nostra preghiera, carissima suor Ligia! Che il popolo Yanomami continui a portarti a Dio, come lo ha sempre fatto!