
I due Superiori generali degli istituti missionari della Consolata, P. Stefano Camerlengo e Sr. Simona Brambilla, hanno scritto al vescovo di Roraima, che conduce il processo diocesano per il riconoscimento del miracolo attribuito al Beato Giuseppe Allamano. Il suo riconoscimento sarebbe il passo decisivo per la canonizzazione del Fondatore della famiglia consolatina.
“La vostra santità deve essere speciale, straordinaria da fare miracoli. Nella missione ci vuole santità, grande santità”. (Beato Giuseppe Allamano)
Carissimi tutti, ricevete il nostro saluto più fraterno e il nostro ringraziamento per l’impegno nella realizzazione del processo diocesano in vista della canonizzazione del nostro amato padre Fondatore: il Beato Giuseppe Allamano.
Il grazie va a tutti, in particolare vorremmo ricordare il vescovo Mario Antonio, il vicario generale Lucio Nicoletto, il padre Raimundo Vanthuy Neto cancelliere diocesano. Le Sorelle Missionarie della Consolata che con grandissimo amore si sono donate per la realizzazione di questa tappa importantissima dell’itinerario verso la canonizzazione. I nostri confratelli della Regione Brasile, di Boa Vista in particolare. E non da ultimo, il nostro caro SORINO, la sua moglie e la sua famiglia.
La fama di santità che il Fondatore ha riscosso è sempre stata motivo di gioia e di speranza. L’Allamano ha fatto della santità il suo ritornello, il suo stemma e ragione di vita e lo ha trasmesso a noi con i suoi scritti, con le sue conferenze, ma soprattutto con il suo esempio di vita. L’Allamano ha potuto parlare di santità perché lui è santo e noi suoi figli e figlie lo sappiamo bene. Ma vogliamo farlo conoscere anche a tutto il resto del mondo affinché accostandosi alla sua santità tante persone possano ritrovare consolazione e speranza.

Il miracolo che abbiamo celebrato è un miracolo proprio missionario e molto in sintonia con lo spirito dell’Allamano, per il quale santità e missione camminano insieme, son facce della stessa medaglia. Nella missione la santità trova una casa, nella santità la missione trova il suo significato e fine più profondo.
L’augurio è che questo miracolo, per noi così significativo, sia riconosciuto dalla Chiesa e sia di stimolo, a noi e a tutti, a crescere nell’amore alla missione ad gentes, che il nostro caro Beato Giuseppe Allamano ci ha additato come fine specifico degli Istituti e loro ragion d’essere.
La nostra risposta di fronte ad un dono così grande non può che essere di ringraziamento.
Grazie, Signore, perché ti ricordi di noi, perché ci ami così tanto, per averci fatti tuoi, per ravvivare in noi, anche attraverso questo miracolo, il fuoco della missione ad gentes e l’impegno a prenderci cura di ogni forma di sofferenza.
Ti preghiamo, per intercessione del Fondatore: dona la guarigione ai malati di covid19, coraggio e forza a chi si dedica a loro e tanta consolazione a chi ha perso cari e familiari in questa pandemia. Che questo miracolo porti consolazione e speranza per tutti, che la presenza amorosa di Maria Consolata, nostro modello e Madre, sia per ognuno sostegno e rifugio nei momenti difficili.
A tutti e ad ognuno: coraggio e avanti in Domino!
Roma – Nepi, 09 marzo 2021
P. Stefano Camerlengo, imc
Sr. Simona Brambilla, mc