CI SI SALVA SOLO INSIEME

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Nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, Papa Francesco ha ripreso alcune frasi della preghiera che aveva pronunciato la sera del 27 marzo 2020 – in piena pandemia da nuovo Coronavirus – in quella indimenticabile Piazza S. Pietro deserta e sferzata dalla pioggia, mentre il suono delle campane della Basilica si fondeva con quello delle sirene delle ambulanze: “Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti”.

Quest’immagine rappresenta nitidamente la condizione della famiglia umana che si è riscoperta accomunata nella vulnerabilità e nella paura: la pandemia ha mostrato con evidenza l’interconnessione e l’interdipendenza dei popoli del mondo, colpendo e travolgendo, insieme alle migliaia di vite umane, economie e stili di vita di interi Paesi, società sviluppate e società povere e arretrate.

D’altra parte, l’ondata della pandemia ha fatto emergere innumerevoli esempi di dedizione e solidarietà e ha sollecitato la ricerca di soluzioni comuni per contenere e superare l’emergenza; per citare ancora il Messaggio per la Giornata Missionaria: “Il dolore e la morte ci fanno sperimentare la nostra fragilità umana; ma nello stesso tempo ci riconosciamo tutti partecipi di un forte desiderio di vita e di liberazione dal male”.

Il Coronavirus ha svelato anche tutta la fragilità di un sistema economico e finanziario costruito sulle disuguaglianze e sullo sfruttamento delle persone e le conseguenze drammatiche della predazione e dell’abuso della creazione, che possono comportare effetti devastanti come il salto di specie di virus che fuoriescono dal loro habitat naturale e si trasmettono all’uomo.

Si è così rivelata profetica quell’affermazione “tutto è connesso”, “tutto è in relazione”, che ricorre come un ritornello nella Laudato sì (2015), l’enciclica sociale che ha proposto il metodo dell’“ecologia integrale”, come approccio capace di considerare, nella complessità della realtà, le relazioni delle singole componenti tra di loro e con il tutto, sia nell’analisi dei problemi che nella ricerca di soluzioni; nell’enciclica il Papa aveva rivolto un appello a non separare crisi ambientali e crisi sociali, ma a rilevarne le connessioni: “È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate (…) bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale” (LS n. 139).

Anche per uscire da questa emergenza ed imparare a convivere col rischio del contagio da Coronavirus occorre “remare insieme” per trovare risposte coordinate e comuni, tenendo conto che “insieme” comprende non solo i membri della famiglia umana ma anche il creato. Solo con questa consapevolezza la crisi può diventare l’occasione di una riconciliazione degli esseri umani tra di loro e con la creazione, armonizzando lavoro e ambiente, benessere e sobrietà, sviluppo e solidarietà.

In questo tempo di “ripartenza” faticoso, segnato da generali difficoltà economiche e amministrative e dal rischio di tensioni sociali, proprio il messaggio della Laudato sì può offrirci “una bussola morale e spirituale”, come si legge sul sito del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, per orientarci, “per guidarci in questo viaggio comune, volto alla creazione di un mondo più interessato, fraterno, pacifico e sostenibile”, per vivere questo periodo come – cito sempre dallo stesso sito – “una opportunità unica di trasformare l’attuale lamento e travaglio nella nascita di un nuovo modo di vivere, uniti insieme in amore, compassione, solidarietà, e di una relazione più armonica con la natura, nostra casa comune”.

È giunta quindi più che mai opportuna la scelta del suddetto Dicastero di istituire un anno speciale dedicato all’approfondimento della Laudato sì, a partire dallo scorso 24 maggio scorso fino al 24 maggio 2021, con una ricca serie di eventi (parte dei quali – come gli incontri “The Economy of Francesco” e “Il Patto educativo globale” – erano stati rimandati per l’emergenza Covid) da cui scaturiscano idee e impegni concreti. L’iniziativa, programmata prima della pandemia, acquista ora un nuovo, pregnante significato.

Tra le numerose proposte desidero segnalare quella di un percorso formativo di sette anni rivolto a famiglie, Diocesi e parrocchie, scuole, Università, ospedali e centri di assistenza sanitaria, imprese e fattorie agricole, ordini religiosi; inoltre, l’impegno di preghiera e azione comune, a carattere ecumenico, nel mese dedicato alla cura del creato, che ricorre proprio in questo periodo (il cosiddetto “Tempo del Creato” dal 1 settembre, Giornata mondiale di preghiera per la creazione, al 4 ottobre, festa di S. Francesco d’Assisi), anch’esso un appuntamento annuale divenuto particolarmente significativo in questo frangente.

Al di là di queste pregevoli iniziative, saranno il senso di responsabilità e le scelte quotidiane di ognuno a determinare come vivremo questo periodo di ripresa: l’attenzione per l’altro, la solidarietà verso chi è svantaggiato, il rispetto delle regole e delle competenze, la valorizzazione della professionalità, il potenziamento di settori di servizio come la sanità e la scuola, le nuove modalità di lavoro “agile” che permettono una diminuzione del traffico e dell’inquinamento – risorse che l’emergenza Coronavirus ci ha insegnato a riscoprire e a valorizzare – possono diventare la base per una ripartenza comune e positiva.

Tutto ciò nella consapevolezza che “da una pandemia di queste proporzioni non si esce uguali, ma solo migliori o peggiori”, e che solo lo Spirito può donare all’intera famiglia umana la possibilità di “uscire da questa crisi più unita e non più divisa” (Papa Francesco, Regina Coeli del 31 maggio 2020, solennità di Pentecoste).

di Paola la Malfa

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