
Dopo tanti anni in Argentina, cosa significa per te essere Missionaria della Consolata in questo paese?
Prima di tutto, credo che essere Missionaria della Consolata è la cosa fondamentale della mia vocazione, ed essere missionaria in Argentina, significa il luogo che Dio volle per me: fu Lui che mi ha inviato, senza che io lo scegliessi. Lui mi ha dato la possibilità di vivere l’impegno missionaria con gioia, è una grazia del Signora. Spero che altri possano ascoltare la chiamata del Signore e seguirlo con gioia.
Qual è la missione che porti più nel cuore?
Credo che ogni missione è importante. Negli anni Ottanta ero maestra nella nostra scuola di Mendoza e preparavo i bambini alla Prima COmunione. FU qualcosa di straordinario, i bambini collaboravano affinché altri bambini potessero conoscere Gesù. Già realizzavano quello che dice Papa Francesco: che i bambini evagelizzino altri bambini.

Hai vissuto con i WIchi nel Chaco, adesso con i Kolla in Salta. Quali sono le sfide della missione con i popoli originari?
La missione con i Wichi fu la più sfidante: sono evangelici, ma per la situazione di sfruttamento e violenza in cui vivevano, sempre ricorrevano a noi nei momento di difficoltà: eravamo per loro persone che li proteggevano davanti a tutti i tipi di ingiustizie a cui erano sottomessi. In certe occasioni li accompagnavamo alla caserma della Polizia per chiarire accuse ingiuste che ricevevano. E’ stato un dolore grande chiudere questa comunità, a causa della mancanza di personale, e lasciarli soli.
Del popolo Kolla, ammiro la loro collaborazione comunitaria, il condividere, l’unirsi nel lavoro comunitario e la solidarietà. Le sfide secondo me sono la mancanza di una formazione della familia, non conoscono i valori del Vangelo e così non li possono inculcare nella familia. I figli sono già indipendenti nella preadolescenza e questo porta alla non conoscenza della morale e il non vivere i valori con radicalità.
Se potessi tornare indietro, cosa non faresti più, e cose ripeteresti senza dubitare?
Penso che la conoscenza dei valori e il viverli portano a un impegno radicale, che impegna a vivere il Vangelo, facendolo vita nella propia vita, e porta alla testimonianza radicale, che coinvolge tutta la familia. Questa è la chiave che non smetterei di ripetere.