Papa Francesco ha affermato che la spiritualità dell’anziano è un tema nuovo per l’insegnamento della Chiesa. Questo innanzitutto perché il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione è un evento recente. Nel 1861, appena realizzatasi l’unità dell’Italia, la speranza di vita media alla nascita era di 29 anni! Nel 2017, ha raggiunto 80,6 anni per gli uomini e 84,9 per le donne. Un’altra difficoltà che la Chiesa affronta nell’elaborare una spiritualità dell’anziano è che Gesù, nostro Maestro, non è invecchiato, e quindi non può esserci d’esempio nelle tante problematiche specifiche che la vecchiaia pone all’uomo.
“Saranno vegeti e rigogliosi”
Nella Bibbia era considerato anziano chi superava i cinquant’anni. “Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti” (Sl 89,10). La Scrittura ci presenta due tipi di invecchiamento. Talora la vecchiaia è serena e in forze: “I giusti nella vecchiaia saranno vegeti e rigogliosi” (Sl 91,15); come Abramo e gli altri patriarchi, il giusto muore “sazio di giorni”, cosciente che la sua vita è stata piena. La vecchiaia è allora davvero “espressione della benedizione divina” (Giovanni Paolo II). Ma spesso l’anzianità è tempo di decadimento, di malattia, di sofferenza (Qo12). E allora diventa difficile accettarla, e si cerca di esorcizzarla o di allontanarne il pensiero: Isaia condanna come menzogneri quelli che rimuovono la vecchiaia e la morte. La vecchiaia diventa spesso il tempo di tante paure: la solitudine, la malattia, la perdita dell’autosufficienza, la morte propria e delle persone care. Ma anche nel momento del degrado psico-fisico, il credente si affida a Dio: “Sei tu, Signore, la mia speranza, la mia fiducia fin dalla giovinezza… Non mi respingere nel tempo della vecchiaia, non mi abbandonare quando declinano le mie forze” (Sl 70,5.9).
Diventa una missione
Ma Papa Francesco insegna: “L’anzianità contiene una grazia e una missione, una vera vocazione del Signore”. Cerchiamo di delineare un piccolo “decalogo” della spiritualità di questa vocazione.
- Testimoniare la Parola della Croce:La vecchiaia è segno della logica fondamentale della vita cristiana, quella del “perdere” la propria vita, della via della croce. In questo senso è da comprendere il messaggio della Genesiche ci dice che Dio abbreviò la vita dell’uomo, che nei patriarchi antidiluviani arrivava fino ai novecentosessantanove anni di Matusalemme (Gen 5): “Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni” (Gen 6,3). Di fronte alla pretesa dell’uomo di autosufficienza, di divinizzarsi da solo, Dio pone la vecchiaia, con il suo decadimento, come segno di una salvezza che giunge solo per la grazia di Dio.
- Professare la Fede:“Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la Fede sulla terra?” (Lc18,8). Soprattutto quando il tempo passa, quando svaniscono gli entusiasmi e le speranze della gioventù, il credente è chiamato a resistere nella fede: la vecchiaia è, infatti, tempo in cui Dio può operare prodigi inattesi, come ha fatto per gli anziani Abramo e Sara e per Zaccaria ed Elisabetta.
- Coltivare l’Amore:Gesù afferma che all’“inizio dei dolori… per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà” (Mt24,8-13). Quando incominciano le prove, le difficoltà, le malattie, spesso si affievolisce il nostro slancio di amore. Anche Pietro sa che, quando si va verso la fine della vita, la dimensione che va più in crisi è proprio l’amore: “La fine di tutte le cose è vicina… soprattutto conservate tra voi una grande carità” (1Pt 4,7-8). È la grande sfida dell’invecchiare da cristiani: in un’età in cui si è portati a chiudersi in se stessi, preoccupati delle proprie malattie e del proprio declino, occorre più che mai coltivare un cuore aperto ai fratelli e al mondo.
- Perseverare:Solo “chi persevererà sino alla fine sarà salvato” (Mt10,22). Un problema particolare è saper invecchiare nel matrimonio. Il prolungarsi della vita media dell’uomo e della donna crea nuove sfide nella vita di coppia. Occorre “un voler bene più profondo, con una decisione del cuore che coinvolge tutta l’esistenza” (Papa Francesco).
- La gioia anche nella sofferenza:Una grande prova degli anziani è testimoniare la gioia della fede anche nelle tribolazioni e nelle malattie proprie dell’età. La gioia del cristiano è un “ostinato malgrado tutto” (K. Barth).
- Pregare:L’anziano, come Giobbe, pregherà ogni giorno per i suoi figli (Gb1,5) e per tutti. “La preghiera degli anziani e dei nonni è un grande dono per la Chiesa, è una ricchezza!” (Papa Francesco).
- Trasmettere la Fede:“Molte volte sono i nonni che assicurano la trasmissione dei grandi valori ai loro nipoti e molte persone possono constatare che proprio ai nonni debbono la loro iniziazione alla vita cristiana” (Papa Francesco).
- Ricordare:Uno dei compiti degli anziani è conservare la memoria storica alle generazioni future, “per non ripetere stupidamente gli stessi errori del passato. Non si può educare senza memoria” (Papa Francesco).
- Saper sognare:Guai all’anziano brontolone, sempre pronto a rimpiangere il passato!(Qo 7,10). Il Signore chiama gli anziani ad essere aperti al futuro, portando in esso speranza e ottimismo: “I vostri figli e figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni” (At 2,17). “Abbiamo bisogno di nonni sognatori! Sono loro che potranno ispirare i giovani a correre avanti con la creatività della profezia” (Papa Francesco).
- Testimoniare la Resurrezione:Gli anziani veglieranno nell’attesa del Signore. La morte non farà più loro paura: ma con lo Spirito e la sposa diranno: “Vieni!” (Ap22,17) a Gesù, lo Sposo, che dice: “Sì, verrò presto” e che “tergerà ogni lacrima dai loro occhi” (Ap 21,4).
di CARLO MIGLIETTA
questo articolo è stato pubblicato su Andare alle Genti
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