Terzo giorno

Siamo ormai giunti al terzo giorno del convegno missionario “I volti dell’ Ad Gentes”. Durante la mattina sono continuate le presentazioni, per poi, nel pomeriggio, iniziare la riflessione in gruppo.

“Non ogni andare è missione e non ogni viaggio e missionario” con queste parole inizia la presentazione di Padre Lino Tagliani. Che continua: “La missione è di Dio, non delle persone. Questo è importante in America e in Africa, dove la missione è stata molte volte della Chiesa…” con tutte le conseguenze storiche che conosciamo.

P. Lino racconta la sua esperienza con il poplo Huaorani, nell’ Amazzonia ecuatoriana, con le sfide dell’incontro dell’ Altro, e la necessità di rispettare l’alterità: “Perché arriviamo e vogliamo che si vestano? Quando noi arriviamo vestiti, non ci chiedono di andare nudi…”

 

P. James Lengarin, vice superiore generale, racconta il suo essere Samburu e, come si deifinisce lui stesso, “frutto dell’evangelizzazione dei missionari”. Fino al 1960 il territorio del Nord Kenya era proibito, perché, si diceva, le popolazioni erano pericolose. Per questo il contatto con la modernità è stata minima, ed ha conservato un’identità forte, anche adesso che c’è un incontro con la modernità. La presenza si concretizza dopo il Concilio Vaticano II, per iniziativa di Mons. Cavallera, che conosceva Si tratta di un popolo molto religioso, che crede nel Dio Creatore di tutte le cose visibili e invisibili. Se alla mattina chiedi: “Hai dormito bene?” la risposta sarà: “Grazie a Dio ho potuto dormire”. E’ un riferimento continuo”

Nel pomeriggio sono seguiti i lavori di gruppo e una prima condivisione dei risultati, in vista di un’ ulteriore approfondimento e una dichiarazione finale.

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