Quattro chiacchiere con… suor Mary Agnes

 

Con molta gioia abbiamo intervistato suor Mary Agnes, missionaria della Consolata keniota, che da anni condivide la vita con il popolo Yanomami nella missione di Catrimani. Fra pochi giorni parteciperà al Sinodo per l’Amazzonia.

 

Suor Mary Agnes, siamo molto felici ed orgogliose di questa splendida notizia: parteciperai al Sinodo per l’Amazzonia! E tu, come ti sei sentita quando hai ricevuto l’invito?

E’ stata una gran sorpresa!!! Mi sono sentita felice e grata a Dio per questa opportunità

Ormai sono molti anni che condividi la vita con il popolo Yanomami in Catrimani: quali sono i doni più preziosi per la tua vita che hai ricevuto da loro?

Questo popolo ha suscitato in me il dono della resistenza e della resilienza. Mi ha fatto riconoscere che non sono le condizioni esterne che condizionano la persona, il nostro modo di essere e di agire, piuttosto sono le scelte che io faccio nella vita e nel contesto in cui mi ritrovo. Tutto per questo popolo è un’opportunità.

La convivenza con il popolo mi aiuta, purifica le motivazioni che germogliano dalla vita interiore, per essere una donna dal dialogo sano, liberatrice e trasformatrice. La convinzione che essere Consolata significa essere donna del dialogo è diventato motivo di entusiasmo missionario nel mondo Yanomami.

Hanno risvegliato in me il valore di essere donna di speranza: “Quando presentiamo proposte, non vogliamo sentire la parola: ‘No’, ma sentire rispondere: ‘Lo penseremo, ci proveremo, tentiamo di sognarlo insieme!”.  Così mi diceva un uomo Yanomami, quando gli ho chiesto cosa si aspettava dalle Missionarie della Consolata.

Come portate avanti, come presenza di religiosi missionari della Consolata, il dialogo interreligioso?

E’ difficile condividere in poche parole un’esperienza tanto ricca. Io credo che è più un modo d’essere, che un fare dialogo ciò che importa.  Nella mia lingua kikuyu  miario, il parlare, il dialogare, è un respiro del cuore. Io ci credo, e per questo ogni mattina riprendo la coscienza del mio stato interiore e lo lavoro, se è necessario.

Il dialogo insieme al popolo Yanomami è un tema trasversale, che tocca tutti gli aspetti della vita: i sogni, gli aspetti sociali, culturali, economici, la propria cosmovisione (e questo include ciò che è l’essere umano, la sua origine, il senso della vita, il significato della felicità vera, la vita oltre la morte…), ciò che gli esseri viventi fanno bene o male, tutto è connesso.

Ho scoperto che il segreto del dialogo vero si trova nella capacità di ascoltare, valutare come sto ascoltando, cogliere i codici usati, i simboli che sono menzionati,  e il contesto in cui sono usati.

Prendere il nucleo del dialogo, svilupparlo e condividerlo nelle mie riflessioni e ispirazioni. Questa dinamica favorisce lo scambio dei doni.

Il dialogo è intercalato da momenti di silenzio contemplativo con l’obiettivo di accogliere le ispirazioni e comprensioni dell’alterità presente in ciascuno. E’ annuncio,  profezia, silenzio. Alle volte mi lascio appena toccare dal mistero, dalla presenza della forza dell’invisibile assoluto che vive nella foresta, in mezzo al popolo Yanomami.

Alla fine della giornata annoto alcuni dialoghi realizzati insieme al popolo: il tema che ha predominato nella condivisione mia o dell’interlocutore, cerco tempo per la preghiera, che orienta i passi per la comunità, nel tema trattato, aiuta ad accogliere i doni ricevuti e a rimanere disponibile in questo impegno nel giorno successivo.

Questo impegno fortifica il senso di essere Missionaria della Consolata, ogni volta meno protagonista della missione e più interlocutrice, versando in vasi di argilla il messaggio ricevuto. E poi inviandolo a interlocutori – non destinatari della missione, poiché io stessa sono destinataria (cfr. EG 173)

La dinamica del dialogo orizzontale (quotidiano, sia spontaneo, improvvisato o previsto) mi fa compagna nella vita e nella speranza della vita oltre alla morte, insieme al popolo.

Qual é l’importanza del Sinodo per il popolo Yanomami? E per gli altri popoli amazzonici?

Il popolo Yanomami fa parte di un gruppo vario di popoli dell’Amazzonia. Questi puntano a cammini nuovi nella missione nell’Amazzonia, che credo saranno accolti così come lo Spirito illuminerà.

Qual é l’importanza del Sinodo per la Chiesa cattolica e per il nostro Istituto Missionario?

L’importanza del Sinodo consisterà in quanto la Chiesa e il nostro Istituto Missionario assumeranno e incarneranno nella vita di questo grande evento.

Il Sinodo è uno spazio consultivo, aiuterà a conoscere meglio e vedere la realtà della Chiesa, così come del nostro Istituto, che già sono 70 anni che vive la sua missione in Amazzonia.  Saranno lanciate proposte su nuovi cammini per la Chiesa dell’Amazzonia e per una ecologia integrale.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *