Tutto mi ha aiutato a crescere

Suor Ruby, missionaria della Consolata colombiana, ci condivide sui suoi passi missionari in Argentina

Sono arrivata in Argentina nel gennaio del 2015. Dopo una calorosa accoglienza da parte delle sorelle della Casa Moreno-Buenos Aires, ebbi un colloquio con la superiora regionale, la quale mi chiese di andare a Mendoza per accompagnare alcuni giovani che stavano arrivando in quella città. Accettai volentieri e, dopo una settimana, viaggiai verso la mia nuova missione. Mendoza, una bella città, mi attendeva! Anche qui ricevetti una gioiosa e affettuosa accoglienza dalle quattro sorelle che componevano la comunità.

Cominciai il mio lavoro apostolico accompagnando alcune giovani nel loro discernimento vocazionale, mentre, nello stesso tempo, davo una mano in casa e nella nostra scuola “S.Teresita”. Nell’arco di un anno, due sorelle furono destinate ad altre missioni. Così anche la mia attività subì un cambiamento.

Infatti proprio in quel periodo aveva avuto inizio una nuova gestione della nostra scuola, la cui direzione, fino ad allora nelle nostre mani, veniva affidata ad alcuni laici. Il mio compito era quello di accompagnare questa nuova équipe, composta dai responsabili dei due livelli: Primario, Secondario, il Rappresentante Legale e due nostre Sorelle. All’inizio dovetti affrontare molte sfide, poiché tutto era nuovo: i gestori, il Rappresentante Legale e le sorelle, compresa me stessa che ero da poco arrivata a Mendoza.

Mi è stato sempre di grande aiuto, in questo mio inserimento nella missione, l’affetto della gente, mentre da parte mia avevo fatto il proposito di amare molto il popolo a cui ero stata inviata. Con loro mi sono trovata bene: con i nuovi responsabili della scuola, con i giovani, con i docenti e lo stesso personale.

Oltre ad accompagnare l’équipe responsabile della scuola, collaboravo anche con il gruppo amministrativo. Questo impegno mi aiutò a ricordare le parole del nostro Padre Fondatore che ci diceva: “Una missionaria deve saper fare di tutto nella missione”. Io, tuttavia, mi sentivo molto piccola e inadeguata e mi chiedevo: “Quale risultato avrà tutto ciò che sto facendo?” Mi ponevo questa domanda, ma, nello stesso tempo, mi impegnavo ogni giorno a compiere bene il mio lavoro. In quel periodo fui anche chiamata a servire la Regione come Consigliera, quindi avevo molte cose a cui pensare, però la maggior parte del mio tempo era dedicata alla scuola.

In seguito giunsero nella nostra comunità due giovani impegnate nel percorso dell’Orientamento Vocazionale nella nostra missione nell’“Isola de Cañas”. Erano venute a Mendoza per i loro studi teologici, insieme a suor Remija Ngimba, la loro formatrice. Ella, a sua volta, si offrì di collaborare con l’équipe amministrativa della scuola, entrando a far parte della Direzione scolastica.

L’esperienza più bella e la più importante tra quelle che ho vissuto a Mendoza è stata quella di accompagnare le famiglie del Barrio Alameda, un rione molto emarginato dove mi recavo due volte la settimana. Era un luogo molto pericoloso a causa della diffusione della droga e della violenza, ma che imparai ad amare, affezionandomi a quella gente semplice, umile e con tanti problemi socio- economici. Il giovedì portavamo l’immagine della Consolata di famiglia in famiglia, recitando il rosario per le necessità di quella famiglia e lasciando lì l’icona per una settimana.

Ho trascorso a Mendoza solo tre anni, tuttavia questa breve esperienza è stata per me molto significativa e arricchente.

Nel luglio 2018 ho ricevuto una nuova destinazione: la Casa Centrale di Moreno, dove si trova la comunità della “Casa della Consolazione”, costituita dalle nostre sorelle anziane e ammalate. Qui sono stata chiamata a prestare il mio servizio come superiora della comunità, in cui il mio primo impegno era quello di prendermi cura delle Sorelle inferme in collaborazione con l’economa e l’infermiera della casa.

La vita con le Sorelle anziane è come una scuola di apprendimento continuo: c’è in loro molta vitalità, saggezza, pace e serenità che si riflettono sui loro volti sorridenti. È molto gratificante vivere con loro, che hanno tanto bisogno del nostro affetto e sostegno, così come noi abbiamo bisogno della loro esperienza di vita, della loro saggezza e della loro dedizione alla causa missionaria.

Sono riconoscente al Signore e all’Istituto per tutti i momenti della mia vita missionaria in Argentina, quelli belli e quelli meno belli, perché tutto mi ha arricchito e aiutato a crescere.

Suor Ruby Idaly, mc

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