Suor Luisa Filipe è una giovane missionaria mozambicana, che svolge il suo apostolato in Etiopia, la sua prima destinazione missionaria. Oggi ci condivide la gioia della missione e dell’incontro con il popolo etiope.
Dopo aver completato la mia formazione religiosa, ho ricevuto il mio mandato missionario per l’Etiopia; Paese nel quale sono giunta nel novembre del 2015 e dove sono stata subito accolta con grande gioia sia dalle sorelle che dalla gente. Con grande sorpresa fui accolta con la tradizionale “cerimonia del caffè”. È questo un rituale tipico della cultura etiopica: dapprima si prepara l’ambiente, poi si abbrustolisce il caffè, lo si fa bollire in un boccale di terracotta, chiamato Jabana, e infine il delizioso caffè viene servito agli ospiti.
Rimasi nella capitale, Addis Ababa, per ben tre mesi per imparare la lingua Oromo. Non mi è stato facile apprenderla, dato che era una lingua del tutto nuova per me, con caratteristiche molto diverse dalle lingue che avevo appreso fino ad allora. Lo studio fu molto intenso ed io mi ripromettevo di imparare almeno 35 nuovi vocaboli al giorno. Ricordo ancora i tanti errori che commettevo nello sforzo di dire anche una sola parola; ad un certo momento mi sentivo così confusa che non sapevo più se ero una persona adulta o una bambina che non sapeva né parlare né scrivere!
Terminato lo studio della lingua, fui mandata a lavorare nella comunità di Shambu. È una missione che dista 330 km dalla capitale. Lungo il viaggio potei ammirare molti incantevoli paesaggi di questa terra etiopica.
Shambu è una cittadina situata in una zona montagnosa. La missione ed anche la nostra residenza si trovano a 2800 metri di altitudine, perciò il clima è fresco durante tutto l’anno. Al mio arrivo ho trovato una équipe missionaria che mi attendeva. Le aspettative che avevo in cuore da quando avevo ricevuto il mandato missionario cominciavano a realizzarsi. La missione porta avanti varie attività pastorali, tra le quali vi è innanzitutto l’evangelizzazione. Accompagniamo le comunità cristiane prendendoci cura della loro formazione e promozione umana, mentre per i più piccoli abbiamo dato inizio ad una scuola materna.
Attualmente mi è stato affidato proprio il compito di accompagnare la cura dei bambini di questa scuola materna, in collaborazione con i missionari della Consolata. Per me si tratta di una esperienza unica e arricchente. Non provo gioia più grande di quella che sperimento a contatto con la semplicità, la bontà e l’allegria di questi bambini. Seguiamo un orario molto intenso: da lunedì a venerdì, a partire dalle 8 fino alle 15; tuttavia non sentiamo quasi la fatica di questo compito: il tempo passa rapidamente poiché i bambini sono allegri e graziosi.
Tra le varie attività che riguardano la scuola è compresa anche la visita alle famiglie dei piccoli, che facciamo insieme ai loro insegnanti. Siamo sempre molto ben accolti; non sono famiglie ricche e spesso abitano in case del governo o prese in affitto, ma non mancano mai di offrire qualcosa alle missionarie e agli insegnanti dei loro bambini.
Durante queste visite faccio esperienza di quelle parole che P. Frizzi, missionario della Consolata, pronunciò nella sua conferenza intitolata: “Il messaggio della Beata Irene alla luce del libro di Ruth”. Queste furono le sue parole: “Ruth ritorna nella convinzione di aver raggiunto la meta della sua vita; ha trovato il suo vero popolo, il vero Dio da seguire e adorare; ha trovato in Noemi la sua vera madre, dalla quale si separerà solo con la morte. Insomma ha trovato il trio costitutivo della vita missionaria!”. Sento che è proprio questo ciò che richiede il mio processo di inculturazione in questa cultura così diversa dalla mia, in mezzo a questo popolo che dimostra una fede davvero grande, che mai avevo incontrato. Il loro senso di ospitalità ricco di calore umano ha fatto sì che non sentissi mai la nostalgia della mia famiglia di origine: qui ho incontrato il mio popolo, la mia famiglia e sempre mi sono sentita a casa.
Non mi resta che ringraziare il Signore per questa esperienza di vita!
Suor Luisa Filipe, mc