IL TRAGUARDO DEL PERDONO

Chi ha vissuto in comunità con suor Leonella ricorderà questa sua caratteristica espressione: “Voglio la mia Mamma…” detta tra lo scherzoso e il serio, nei momenti di particolare difficoltà o per superare e addolcire offese e dispiaceri che sempre capitano nella vita di ogni essere umano. Suor Leonella intendeva riferirsi alle sue due mamme: quella naturale, che le aveva dato la vita e della quale custodiva con cura la foto… donna dal viso buono e accogliente, che suor Leonella aveva ereditato; e la Consolata, Madre tenerissima, nel cui grembo la nostra sorella si era formata “gioiosa e fedele discepola del Vangelo” come la definì Papa Benedetto XVI, parlando del suo martirio, nel settembre 2006.

Come il bambino impara a camminare con sforzo e fatica poco per volta, e come l’atleta che vuole imparare a praticare uno sport si allena con decisa volontà e tenacia, così ha fatto suor Leonella, percorrendo il faticoso ed esigente cammino per arrivare al suo traguardo, lasciando a tutti noi come testamento la perla più preziosa del cristianesimo: il perdono, quintessenza dell’amore totale.

La Beata Leonella si è allenata a perdonare sin da giovane suora (e certamente anche prima…), con fatica silenziosa e, ricordo, qualche volta con le lacrime agli occhi. Fatica, preghiera, lacrime… subito coperte dal suo sorriso di serena accoglienza dell’offesa ricevuta. Sin dal 1970 – eravamo in Inghilterra per studi – suor Leonella accoglieva, vagliava… e perdonava in mille occasioni: a volte erano i rifiuti o lo scarso impegno di noi giovani consorelle che non condividevamo i sui extra-grandi progetti di aiuto alle persone, dettati dal suo grande e buon cuore. Li ritenevamo esagerati, ma erano normali per lei che mirava sempre più in alto e avanti…

Altre volte erano le rimostranze di altre sorelle, in diverse situazioni, che la incolpavano per decisioni da lei non prese. Nel silenzio, nella preghiera ritrovava la serenità e il sorriso, superando le incomprensioni. Non mancavano poi le contrarietà e delusioni provocate dagli studenti che non rispettavano le regole o promesse fatte, o non si comportavano bene… Perdonava, superava, parlando con il suo Signore.

Negli ultimi anni, poi, soffrì il forzato nascondimento, causato dalla situazione della Somalia, l’essere limitata nelle iniziative e nei progetti, quando il suo unico scopo era dare ai giovani un futuro migliore e ai malati migliori cure.

E a tutto ciò, suor Leonella rispondeva con un sorriso o facendo il viso serio per far capire il suo dissenso … e poi, con “un cambio di marcia”, superava quel momento, rimanendo pochissimo a rimuginare sull’offesa o contrasto. Il seguire le orme del suo amato Gesù aveva la priorità su sentimenti negativi o frasi di chiarifica. Anche senza parole faceva capire che l’incidente era superato, mostrando un atteggiamento di serenità e accoglienza…

Così, passo dopo passo, suor Leonella è riuscita a seguire Gesù nel cammino verso Gerusalemme, sul Calvario e sulla Croce; noi tutte abbiamo potuto constatarlo dalle sue ultime parole, rivolte a coloro che l’hanno uccisa: “Io perdono, perdono, perdono”. L’autentica testimonianza di una martire!

suor GIANNA IRENE PEANO MC

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1 commento su “IL TRAGUARDO DEL PERDONO”

  1. Ermanna Colombo Fagnani

    Carissima suor Gianna Irene Peano,
    grazie per la tua testimonianza. I momenti faticosi del perdono sono sempre tanti e per tutti e così per la mia vita. Un giorno ero proprio disperata, non riuscivo a perdonare, l’offesa era grandissima. Presi tra le mani la foto di suor Leonella e le gridai, Aiutami!. Subito il mio cuore si rasserenò come d’incanto. Cominciai a respirare e a perdonare. Anche chi mi stava insultando si fermò di colpo e da quel momento non venni più insultata.
    E’ vero, il perdono rende liberi e sereni.

    Abbracci

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