La sua logica è un’altra…

Dio infatti parla al cuore dell’uomo nella brezza leggera (1Re,19) come un sussurro, per questo il frastuono impedisce di percepirlo. Quando Dio vuole parlarci, ci muove al silenzio del deserto (cfr. Os 2,16).
Matteo 4,1-11

Un testo estremamente denso sul tema del discernimento è il racconto delle tentazioni di Gesù. Qui il discernimento si presenta come il criterio di scelta di Gesù nei confronti del Padre.

L’ evento della tentazione è qui presentato come un fatto provocato dallo Spirito di Dio. Lo Spirito muove Gesù verso il luogo del silenzio e lo sospinge nel deserto.

Prima condizione del discernimento: Lanelito del cuore al silenzio

1 “Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo”.

Il segnale che è lo Spirito Santo che ci muove è l’anelito del cuore al silenzio. Vale a dire, difficilmente i pensieri e i propositi di una persona possono essere ispirati dallo Spirito di Dio se questa persona vive abitualmente immersa nel frastuono e non è capace di rimanere sola con se stessa. Dio infatti parla al cuore dell’uomo nella brezza leggera (1Re,19) come un sussurro, per questo il frastuono impedisce di percepirlo. Quando Dio vuole parlarci, ci muove al silenzio del deserto (cfr. Os 2,16).

L’avversario entra in scena nel momento a lui più favorevole, vale a dire, quando la nostra natura umana sperimenta momenti di debolezza, di tedio, di stanchezza, di fragilità, di salute…

Gesù è l’Uomo del silenzio. Nel deserto il suo cuore e tutto il suo essere si inabissa nella quiete di Dio, si immerge nell’assoluta pace dell’Eternità, dei silenzi eterni… abitati solamente dal Dio tre volte santo. Ed è in questo vertice di altissima comunione con il Padre che Gesù si scontra, faccia a faccia, con lo spirito delle tenebre.

Seconda condizione del discernimento: Il discernimento dei movimenti interiori.

2E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane”.

L’avversario entra in scena nel momento a lui più favorevole, vale a dire, quando la nostra natura umana sperimenta  momenti di debolezza, di tedio, di stanchezza, di fragilità, di salute, e, anche a livello di Istituto, quando tocchiamo con mano la nostra diminuzione, la nostra povertà, la nostra pochezza…. .

Con Gesù, Satana non entra subito in azione, ma attende che le sue forze umane comincino a cedere. Allora “gli si accostò”. Dobbiamo anche notare che fra le suggestioni con cui il maligno tenta Cristo, quella che riguarda il bisogno fisico, occupa il primo posto. Ciò significa che, per scardinare l’unione dell’uomo con Dio, il nemico comincia sempre dalla carne, sorprende la persona nel momento in cui è più vulnerabile, quando non riesce a controllare i propri impulsi istintivi. Si offusca la luce dell’intelletto e i sentimenti personali diventano torbidi e contorti.

Alla tentazione fisica, però, Satana aggiunge un altro tocco di grande forza persuasiva: il riferimento all’amor proprio: “Se sei figlio di Dio…”.

La logica di Gesù è un’altra, è quella dell’Amore, del dono gratuito, dello svuotamento di Sé. Lui è la stessa Umiltà, la Libertà vera, il Figlio, per questo non si lascia intrappolare dal nemico.

Il richiamo all’amor proprio, è un indizio di grande valore nel discernimento delle proprie mozioni: Il male riesce ad avere un qualche potere sulla psiche umana, quando i pensieri della persona ruotano intorno alle necessità o ai bisogni del proprio “io”:

  • le cose che si aspettano dagli altri/e,
  • il riconoscimento e la valorizzazione dei propri doni e delle proprie capacità,
  • l’attesa di risposte e gratificazioni adeguate a ciò che si è fatto per gli altri/e,
  • la consolazione e le attenzioni che si dovrebbe ricevere dagli altri/e quando si soffre, ecc…

Tutto questo nasconde una grande trappola: quella di essere condotti al ripiegamento su se stessi, fino al rischio dell’isolamento dalla comunità. A poco a poco, dando ascolto a questa “voce”, la persona cessa di vedere intorno a sé delle persone amiche, delle sorelle e comincia a vedere delle nemiche.

Terza condizione del discernimento: La logica dell’amore.

4Ma egli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.

Questa prima tentazione contiene anche un riferimento alla logica del potere, che sta alla base di ogni pensiero suggerito dal maligno: “Di’ che queste pietre diventino pane” equivale a dire: “Metti il tuo potere al servizio dei tuoi bisogni personali”. In questo modo, il servizio alla persona umana, il servizio alla missione, si muta in un esercizio di potere. Gesù rifiuta fin dall’inizio questa logica: Nel Vangelo Egli non compie mai un miracolo per Sé Stesso. La rifiuterà anche alla fine, quando, sulla croce, gli chiederanno di scendere per dimostrare di essere ciò che aveva detto essere.

La purificazione del cuore, della mente del nostro io avviene immergendoci nella Parola.

La logica di Gesù è un’altra, è quella dell’Amore, del dono gratuito, dello svuotamento di Sé. Lui è la stessa Umiltà, la Libertà vera, il Figlio, per questo non si lascia intrappolare dal nemico.

Notiamo che la risposta di Gesù ha due caratteristiche fondamentali:

  • è breve: “4Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo” 
  • è tratta dalle Scritture:”.. ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” 

La brevità della risposta di Gesù indica la pericolosità di mettersi a discutere col male, cioè la pericolosità di seguire lo sviluppo dei pensieri che lui ci ha suggerito, di confabulare nei corridoi, di creare alleanze….

La quarta condizione del discernimento fa riferimento alla forza della Parola di Dio. La purificazione del cuore, della mente del nostro io avviene immergendoci nella Parola.

5“Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio  6e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, gettati giù,  poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,  ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede” (Sal.91). 7Gesù gli rispose: “Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo”.

L’ancorarci a ciò che “sta scritto” per sostenere un punto di vista, può farci cadere nel tranello della falsificazione del bene. In questa prospettiva, persino la Bibbia può diventare un laccio di Satana.

La seconda tentazione ha una caratteristica particolarmente inquietante: Satana trova nella Parola di Dio un sostegno alla sua insidia. Ritorna qui intanto la nota dell’amor proprio, a cui evidentemente il diavolo attribuisce un grande valore per la sua strategia, se la usa una seconda volta, dopo il primo fallimento. Così, quando Gesù gli dimostra che la Parola di Dio è il suo scudo, allora Satana usa proprio la Parola di Dio per farlo cadere.

L’ancorarci a ciò che “sta scritto” per sostenere un punto di vista, può farci cadere nel tranello della falsificazione del bene. In questa prospettiva, persino la Bibbia può diventare un laccio di Satana. Per questo l’Apostolo Paolo dice che la Scrittura è Spirito che dà vita, ma certe volte è la lettera che uccide (cfr. 2 Cor 3,6). In modo particolare, questa strategia viene smascherata da Gesù al v.7, quando dice: “Sta scritto anche”, ossia, anche altri passi che vanno letti accanto al Salmo 91, perché il testo biblico non venga pericolosamente frainteso. E uno di questi passi è quello indicato da Gesù nella sua risposta, cioè Dt 6,16. Gesù capisce che il progetto del Padre è un cammino di umiltà, di piccolezza, di spogliazione, di offerta e Lui vi si incammina sostenuto dall’amore e dalla fiducia nel Suo Dio.

L’ultima tentazione è quella del potere terreno, del miraggio della grandezza. Gesù, non accoglie questa tentazione ma risponde indicando la Croce. Egli infatti ha rinunciato a se stesso “pur essendo Dio svuotò se stesso..”.(fil. 2,4ss), semplicemente perché è totalmente ancorato al Padre…

La quinta condizione del discernimento: Svuotamento di sé.

8 “Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9 “Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai”. 10 Ma Gesù gli rispose: “Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo  e a lui solo rendi culto”. 11 Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.”

L’ultima tentazione è quella del potere terreno, del miraggio della grandezza. Gesù, non accoglie questa tentazione ma risponde indicando la Croce. Egli infatti ha rinunciato a se stesso “pur essendo Dio svuotò se stesso...(fil. 2,4ss), semplicemente perché è totalmente ancorato al Padre e totalmente avvolto nello Spirito per questo è libero ed è capace di contemplare il Volto dell’Altissimo e la sua Presenza nei labirinti oscuri della storia per far emergere da essa il dono della Redenzione.

Lavoro Personale

  • Contemplo Gesù l’Uomo del Discernimento
  • Colgo gli aspetti che Lui ha vissuto per discernere il progetto del Padre:  li enumero..
  • Quali sono le mie attitudini di fronte al discernimento a cui sono chiamata?

sr. Renata Conti MC

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