Una toccante testimonianza in ricordo di suor Serafina Sergi, deceduta improvvisamente nel maggio 2017, da parte di un caro amico della Liberia.
La notizia della morte
La notizia dell’incomprensibile morte di suor Serafina Sergi all’età di 69 anni, ci ha scosso tutti: molti di noi sono ancora sotto shock, nutrendo nell’intimo la speranza di svegliarsi da un terribile incubo.
È difficile accettare la morte di una persona amata; specialmente se non hai avuto l’opportunità di dirle addio, e ancor più quando la persona è mancata così improvvisamente e in maniera così sconvolgente. Sì, il dolore e la sofferenza possono diventare insopportabili; uno potrebbe versare un fiume di lacrime senza fine. Ma voglio cercare e trovare conforto nelle parole della Sacra Scrittura: “Chi può conoscere il pensiero del Signore?” (Rom 11,34), specialmente quando lo sposo di suor Serafina, Gesù Cristo, si è compiaciuto di prenderla con sé ascendendo al Padre, proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra questo mistero (28 maggio 2017).
L’incontro a Buchanan
Ero stato a Buchanan in altre due occasioni prima di incontrare suor Serafina: nel 1978 e all’inizio del 1980. La prima occasione era stata un’esperienza pastorale di sei settimane nella parrocchia di S. Pietro Claver; la seconda fu quando la scuola di Buchanan invitò quella della Cattedrale di Monrovia per una giornata sportiva; evento che terminò con uno spaventoso incidente automobilistico dove persero la vita due Suore Missionarie Bernardine e il loro autista, lasciando me come unico sopravvissuto.
Il ritorno a Buchanan per un’altra esperienza pastorale nel 1980 era colmo di frammiste emozioni, ma questa volta vi era un angelo ad attendermi. È stato in questo terzo ritorno che ho incontrato suor Serafina, che diventò poi la preside della “St. Peter Claver High School”, sostituendo il preside laico ritiratosi per malattia. Il mio impegno a Buchanan, che comportava anche l’insegnamento della religione nella scuola, mi offrì l’opportunità di conoscere più da vicino la missionaria. Dotata di uno straordinario dono di discernimento, ha favorito e incoraggiato le vocazioni locali al sacerdozio, alla vita religiosa e, attraverso l’insegnamento dell’educazione cattolica, ha formato leader africani per la democrazia emergente.
Suor Serafina condivideva la visione della Chiesa in Africa propria di Paolo VI: un’Africa dove la fede sarebbe fiorita; un’Africa che sarebbe germogliata sul sangue dei martiri che “hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello”; un’Africa che si sarebbe alzata per affrontare le sfide del nuovo millennio con la forza di una Chiesa che si autogestisce, che sa trovare modi nuovi di annunciare, una chiesa autonoma.
Ricca di molti doni, suor Serafina esplorò anche il talento musicale africano per promuovere e sviluppare la creatività degli studenti. La classe del 1980, in particolare, sarà ricordata per la presentazione dello straordinario spettacolo musicale “Jesus Christ Superstar”.
Guardando indietro, pare che suor Serafina abbia assunto la visione di Paolo VI anche sotto un altro aspetto: la gioventù della Liberia. Lei percepiva che la visione del Papa della Chiesa in Africa non si limitava alla vita della Chiesa, ma includeva la società. Non stupisce, allora, il suo interesse per la gioventù, la scuola e la parrocchia, che oggi sono quelle forze che costruiscono la società liberiana.
Oggi vediamo realizzate le intuizioni profetiche di suor Serafina nella vita dei suoi studenti, molti dei quali sono professionisti in diversi campi e offrono il loro prezioso servizio per il bene non solo dei propri connazionali ma anche al di fuori della nazione. Questi studenti e il loro contributo sono il patrimonio in sua memoria. Siamo orgogliosi che la sua eredità continui a vivere nei suoi studenti, sacerdoti e religiose che lei ha formato. Vediamo i frutti delle sue fatiche nell’assistenza e nei diversi progetti attuati nella “St. Peter Claver School”, anno dopo anno, dagli ex alunni. Viva a lungo il sogno di suor Serafina per la Liberia e l’Africa. Riposa in pace nostra Preside, madre, guida, amica dell’Africa e amante dei sogni dei giovani della Liberia-Africa. Voglio onorare la tua memoria con il titolo di “Mamma Liberia”
La sua morte improvvisa può essere ritenuta insensata, ingiusta e incredibilmente difficile da accettare. Ma, senza voler capire tutto, sappiamo con certezza che ora può godere dell’eternità che il Signore ha promesso ai servitori buoni e fedeli. Suor Serafina, ne siamo certi, è stata stretta dalle braccia amorevoli di Gesù che l’ha accolta con un caldo “Hai fatto bene, serva buona e fedele”. Addio, riposa in pace!
Mons. Gabriel Jubwe
Articolo pubblicato sulla rivista Andare alle Genti