Un paese piccolo e sconosciuto

Alla scoperta della Guinea Bissau, un paese dell’Africa Occidentale dove le Missionarie della Consolata lavorano da 25 anni.

La Guinea Bissau è un piccolo Paese dell’Africa Occidentale, con circa un milione e mezzo di abitanti e una costa marittima di 150 km estremamente articolata in una fitta rete di frastagliature. Al largo della capitale, Bissau, è situato l’arcipelago delle Bijagó, un centinaio di isole di varie dimensioni, tra le quali si distingue l’isola di Bubaque, sede di una nostra missione. Il Paese confina a nord col Senegal, a sud e a est con la Guinea, ad ovest con l’oceano Atlantico.

Precedentemente colonia portoghese, la Guinea Bissau proclamò l’indipendenza dal Portogallo il 24 settembre 1973, poi riconosciuta il 10 settembre 1974.

Al nome originario fu aggiunto quello della capitale, Bissau, per evitare la confusione con il vicino Stato della Guinea, ex colonia francese.

La Guinea Bissau risulta essere tra i 20 Paesi più poveri del mondo. L’economia è fragile, pur possedendo il Paese buone risorse minerarie (petrolio, bauxite e fosfati), che non vengono sfruttate a causa della mancanza di infrastrutture e di mezzi finanziari; la guerra civile del 1998-99 ha ulteriormente impoverito il Paese.

Economia

L’economia è basata su coltivazioni di tipo estensivo, che non considerano le reali necessità alimentari del Paese; ne sono un esempio le colture del “cajù”, da noi noto come anacardio. Si tratta di un albero, originario del Brasile nord orientale, largamente coltivato nelle regioni tropicali di tutto il mondo, per il suo frutto e il suo seme (noce di anacardio). Il nome deriva dal greco kardia (cuore), per la forma del frutto. Questo consiste in una parte carnosa (in realtà falso frutto) e di un frutto secco, posto all’estremità della parte carnosa, che è commestibile. La sua esportazione costituisce la principale voce dell’economia guineense, anche se il crollo della domanda, causato dalla concorrenza dei Paesi asiatici, preoccupa i coltivatori locali. Altre piaghe, come le locuste, sono un ulteriore ostacolo alla raccolta e commercializzazione di questo prodotto.

Un’altra fonte di sostentamento e lavoro è rappresentata dalla pesca. I Guineensi sono molto rispettosi della natura: la pesca è controllata ed è fatto divieto di pescare pesci “criança”, cioè non adulti, e in quantità superiore al fabbisogno quotidiano. In caso di pesche abbondanti si getta nuovamente in mare il pesce in eccesso, anche perché è impossibile conservarlo.

Il riso costituisce la fonte primaria di alimentazione in Guinea, ma la sua produzione interna non è in grado di soddisfare le esigenze alimentari dell’intera popolazione.

 

Clima

Il clima è tropicale, caldo-umido tutto l’anno, con due stagioni: quella secca e quella piovosa. In questa seconda stagione le piogge sono molto intense, soprattutto da luglio a settembre, quando provocano diffusi allagamenti. Normalmente la temperatura è sui 30°, ma si possono toccare anche i 40°.

Religione

La religione più diffusa nel Paese è quella tradizionale africana, a cui aderisce più del 50% della popolazione, seguita da quella musulmana con il 35% di fedeli e da quelle cristiane con il 15% di membri. Nella religione tradizionale si crede in un unico Dio, che è al di sopra di tutto e di tutti. Tra Dio e gli uomini esistono delle entità che governano la vita del villaggio: gli spiriti. Lo spirito assoluto è quello della pioggia, perché da lui dipendono la fecondità della terra e la buona riuscita del raccolto. Secondo la religione animista non è possibile interpellare direttamente gli spiriti, se non attraverso la mediazione di una persona che in ogni villaggio è designata per tale funzione. Nel Paese è praticato anche il culto degli antenati, che godono di molta considerazione, tanto che vengono rivolte loro richieste di aiuto, invocazioni e si svolgono riti sacrificali.

Per quanto riguarda la religione islamica, essa compare in Guinea Bissau già intorno all’XI secolo, diffondendosi rapidamente. Con l’arrivo dei Portoghesi, i Guineensi sono invece venuti a contatto con il Cristianesimo.

Etnie

Tra le varie etnie presenti nel Paese, i Balanta sono il gruppo numericamente più rappresentato. Essi sono prevalentemente dediti all’agricoltura e sono specializzati nella coltivazione dell’anacardio e del riso. Il lavoro nelle risaie coinvolge tutti i componenti del villaggio ed ognuno assume un ruolo specifico e determinante per la buona riuscita del raccolto.

Un’altra etnia importante è quella dei Bijagó, che vivono prevalentemente nell’arcipelago omonimo (vedi “Andare alle genti”, 3-4; 5-6, 2016).

Nella zona di Empada troviamo i Biafada, che sono musulmani; mentre in quella di Bor sono presenti i Pepeis.

I Fula sono tra i gruppi etnici più conosciuti in tutta l’Africa. In Guinea sono per la maggior parte allevatori. Ad essi si deve l’introduzione e la diffusione della religione islamica in Africa Occidentale.

I Meticci discendono quasi tutti dagli abitanti di Capo Verde o da unioni tra Guineensi e Portoghesi.

questo articolo è stato pubblicato su Andare alle Genti

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