Prime impressioni di suor Mercy, giovane MC keniana che oggi cammina con la gente della missione di Vilacaya, in Bolivia.
Per me la missione è un dono in cui mi si svela la presenza amorosa di Dio e sperimento profondamente che l’essere qui, tra questo Popolo, è un compito che Lui stesso mi ha affidato.
Per raggiungere Vilacaya (Bolivia) dall’Argentina, ho dovuto fare un viaggio lungo e faticoso, che durò all’incirca due giorni. Ma la mia determinazione ed entusiasmo sono stati decisivi per superare ogni fatica! Mentre oltrepassavo la frontiera dall’Argentina alla Bolivia, ho iniziato a sentire che era proprio questa la mia missione ed ero molto felice ed emozionata di poter arrivare in questo luogo. La prima sfida che ho dovuto affrontare è stata quella dell’altitudine, e per questo ho innalzato a Dio la mia preghiera chiedendo il suo sostegno. E posso affermare che grazie ad essa sto superando tante difficoltà e paure, nella certezza che il Signore è con me. Insieme alla preghiera, m’incoraggia anche il fatto di essere in una comunità di Sorelle, che mi hanno accolta con grande amore e fraternità.
Vilacaya è un luogo circondato da colline che si intrecciano tra di loro e, anche se hanno poca vegetazione e sono sassose, secche e fredde, sono di una bellezza inaudita. La gente di Vilacaya è molto accogliente, gentile, amabile e generosa. Sfortunatamente la Bolivia, in generale, da alcuni anni soffre le conseguenze del cambio climatico che ha provocato l’attuale crisi idrica; ciò sta portando molta gente ad emigrare.
Al momento mi dedico alla visita delle comunità di Vilacaya, insieme alle mie consorelle, e sento che la gente ci riceve con tanta gioia. Quando hanno saputo che io sarei rimasta con loro, sono stati molto felici, nonostante una volta una donna mi abbia chiesto: “Perché hai deciso di rimanere in Vilacaya dove il clima è così sfidante?” Ed io le ho risposto: “Perché mi piace tantissimo la gente di Vilacaya”. Ella ha sorriso ed è stata felice. In quel momento ho sperimentato che la nostra presenza in quella zona è un segno di consolazione e speranza per la gente.
Uno tra i tanti aspetti che caratterizzano questo Popolo è appunto quello dell’accoglienza, che si manifesta particolarmente attraverso l’invito a mangiare insieme, che per loro è un mezzo che aiuta a tessere relazioni, che porta all’accettazione e alla riconciliazione. È quindi una loro prassi quella di invitare a mangiare l’ospite dopo una visita, oppure i partecipanti ad una celebrazione. È un modo per esprimere apprezzamento, ospitalità e generosità. Questo gesto riporta alla mia memoria il passo biblico dei discepoli di Emmaus che avevano camminato con il Signore come fosse uno straniero, ma invitandolo a rimanere con loro per condividere la cena, hanno potuto scoprire la sua vera identità. Il fatto di condividere insieme il cibo con la gente è di per sé un momento sacro, nel quale Cristo si rivela a noi come a quei discepoli. Perciò io gioisco pienamente ogni volta che ho l’opportunità di condividere questi momenti insieme ai Vilacayani, giacché si spezza non solo il pane, ma è l’occasione per conoscerci ed arricchirci vicendevolmente.
Ammiro la loro organizzazione in comunità, dove si lavora seriamente per l’interesse comune e si protegge e cura la vita di ogni persona, prendendo sempre attraverso il dialogo, le decisioni da realizzare per ogni situazione. Riescono inoltre ad ampliare i loro circoli per dare il benvenuto ai visitatori, per proteggerli e prendersi cura di loro. Sono stata molto edificata un giorno che la polizia era entrata nella nostra casa, per verificare dove vivevamo e per fare le pratiche dei miei documenti. Quando essi entrarono nella nostra casa, molta gente si avvicinò per proteggerci, perché avevano pensato che qualcosa di grave fosse successo, e gli stessi poliziotti uscendo si sono meravigliati nel vedere tutta quella gente! Questo è stato un segno di quanto la gente ci ama, apprezza e protegge.
L’esperienza che sto vivendo mi aiuta a capire che essere missionaria della Consolata è una scuola continua di apprendistato dove imparo ad essere consolata dal Signore per poter consolare con quella stessa consolazione che da Lui ricevo. Sto imparando tante cose sia dalle mie consorelle più esperte di missione, che dalla stessa gente, che ha una cultura tanto bella e tanto ricca.
suor Mercy Mabuti, mc
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