
Ephomopo nvusa, àhávitha amay’aye vamuru vaya.
L’uccello ephomopo/calau è sabotatore dei funerali, ha sotterrato sua madre nella sua testa.
Introduzione
Visitando le comunità, la prima cosa da fare è sedersi sotto la tettoia e scambiarsi le novità. All’ospite è richiesto che racconti le sue novità dall’ospitante, e questo a sua volta comunica le sue. Il saluto e lo scambio di notizie non è mai collettivo, ma è individuale, i pochi o i molti ospitanti tutti aspettano il proprio turno per formulare il saluto. E’ in questo momento che si arriva a conoscere non solo le buone notizie ma anche e soprattutto quelle negative, drammatiche come malattie che finiscono con la morte.
Ricordo una volta che un animatore mi ha impressionato nel vederlo triste, magro, senza la sua abituale buona disposizione e cordialità. Parlava piangendo della morte imprevista di sua madre. Ho cercato di consolarlo come già lo avevano fatto i suoi amici, ma le parole si vedeva che cadevano invano, non incontravano eco positiva di adesione. Più tardi un animatore mi ha spiegato la gravità della situazione, perché il parente del defunto non voleva più mangiare e neanche parlare, viveva una vita asociale e solitaria.
Alla fine mi ha invitato a dire qualche parola di conforto concludendo: “Le parli, Padre, perché lui sta diventando come l’uccello ephomopo che cammina con la tomba di sua madre sepolta nella testa”.
In quel momento non ho capito il senso dell’allusione all’uccello ephomopo. Ho segnato sul mio quaderno il nome, arrivato in casa, ho parlato con i ricercatori del Centro Xirima che subito mi hanno presentato il seguente aforisma che completa il suggerimento dell’animatore, perché lui
L’uccello ephomopo è sabotatore delle sepolture, ha seppellito sua madre nella sua testa
1. Ephomoko: descrizione biologica
Ephomopo/calau é un grande uccello, dal becco lungo, robusto e pungente, è di colore nero, dalla testa enorme e con piume, dal collo nudo dagli occhi rossi, è simile al nampeya, è sporadico, vola piangendo e lamentandosi, dal volo alto, abita sull’alto albero Khatxere, vive in colonie solo, è discriminatore.
I calau vanno insieme fino ad arrivare al mondo invisibile del Dio Namuli.
Il calau non si nutre di erba, ma di insetti, dei frutti del Khatxere, è mangiato essendo di carne buona.
Il calau non dorme per terra, ma si ferma nelle piante alte.

Il calau è simile all’uccello nampeya quando cova, la femmina si toglie le penne, si chiude lasciando un piccolo buco per far passare il becco e il cibo che il ephomopo maschio porta, alimentando così la sposa e gli uccellini; le piume del ephomopo femmina vanno crescendo con gli uccellini.
La testa del calau è simile alla tomba della persona.
Non ridere del becco del calau, perchè Dio è distributore, si, Dio distribuisce tutto a sua somiglianza.
Dove fanno il bagno i calau non manca il rumore.
Il calau è un uccello quasi uguale all’ uccello Nampeya, ha una cresta sulla testa simile a una tomba.
Il calau non cammina bene perchè ha un carico/cresta enorme sulla testa.
2- Ephomopo: Metafora
a. Ephomopo: l’uso del cappello
La prima applicazione o interpretazione della fisionomia del calau consiste nell’uso del cappello. Il maestro dell’iniziazione chiede agli iniziati chi è stato che ha portato l’uso del turbante, affinché loro sappiano che tale uso ha la sua origine teologica e la sua motivazione e giustificazione antropologica.
Chi ha portato l’uso del turbante? E’ stato il calau, non c’è creatura di Dio che non segue i consigli del Dio Namulico.
b. Ephomopo: metafora delle coppie
La seconda applicazione è vista nel comportamento speciale della coppia calau: Da una parte il calau maschio durante il periodo dell’incubazione delle uova e dopo il dischiudersi rimane fuori e solo per portare cibo alla sposa chiusa dentro la tana (nido) del tronco insieme con gli uccellini fino a che crescano e riescono a uscire fuori con la madre. Il comportamento del calau maschio rileva metaforicamente una delle principali attività (lavoro) del marito/padre nella famiglia: Oltre a fecondare, vestire e seppellire, lui deve essere capace di alimentare la sua sposa e tutti i figli che con lei genera.

Dall’altra parte, la calau femmina si chiude nella tana (nido) solo lasciando un buco per ricevere il cibo da parte del marito, si toglie le penne completamente e così assomiglia perfino fisicamente in tutto ai suoi uccellini, accompagnandoli nella crescita fino ad arrivare ad aprire l’apertura del nido e uscire con gli uccellini già adulti. Questo comportamento della femmina proclama comparativamente l’accentuata maternità nella biosofia e biosfera xirima, la madre arriva persino a identificarsi fisicamente con i figli in tutto e per tutto.
Il calau maschio alimenta la sua sposa e i suoi figli. Le coppie devono lavorare per alimentare i loro figli. Gli antenati dicono: alimentare è sposarsi.
c. Ephomopo nvusa: calau sabotatore delle sepolture
La terza applicazione del calau come metafora parte dalla sua cresta, vista come mini-tomba che porta sulla testa in conseguenza del suo comportamento di sabotatore delle sepolture. Nella iniziazione soprattutto dei giovani si insiste fortemente nel dovere di mai mancare ai funerali dei vicini, del villaggio, dei parenti lontani. In verità la morte ancora oggi è l’ evento degli eventi, al quale nessuno si sottrae: Si interrompe tutto e si lascia tutto e tutti, anche se questo costa e implica perdite consistenti. Nonostante questa norma è la forte insistenza durante l’iniziazione, ha però sempre chi incontra scuse per non appoggiare e aiutare nelle sepolture: A questo punto non mancherà chi gli ricorderà la storia del calau che, per essere sabotatore delle sepolture, quando gli muore la madre, non sapendo come seppellirla, finisce per metterla nella sua testa e così diventa un cimitero ambulante e cronico durante tutta la sua vita.
I ricercatori così come i maestri dell’iniziazione fanno emergere le conseguenze nefaste di tale comportamento negativo non solo dal punto di vista della solidarietà sociale, ma anche dal punto di vista psicologico e teologico.
In primo luogo dal punto di vista della solidarietà mancare sistematicamente alle sepolture è il gradino estremo di asocialità.
In secondo luogo, il calau per non slegarsi dalla tomba della madre, psicologicamente è un feto o un embrione ancora non nato, è un bambino cronico che mai si slega dall’utero e dalla dipendenza dalla madre, senza tagliare il cordone ombelicale non inizia il suo proprio cammino di maturità.
Infine, impedendo alla madre il grande viaggio di ritorno all’utero del Dio namulico, il calau vuole diventare lui stesso Namuli definitivo della madre, un sostituto del Dio namulico, la sua empietà è estrema.
Il calau è pertanto un invertitore totale del sistema delle coordinate della biosofia biosfera xirima: – cimitero ambulante e cronico, in quanto che il cimitero normalmente non cammina, al limite è visitato nelle dovute opportunità;
-
sabota i funerali e disprezza la morte come se non esistesse, ma allo stesso tempo con la tomba della madre sulla testa fa vedere cronicamente l’esistenza concreta della morte;
-
ama la madre ma non si slega da lei neanche la lascia ritornare alla terra namulica, alla patria di tutti;
-
vive ma vuole convivere cronicamente con il cadavere della madre, celebra la vita e allo stesso tempo la morte cadaverica.
Il calau non conosce la morte, ha perso la fede nel Dio Namuli, perché ha sepolto la madre nella testa,
in verità il suo cimitero è sulla testa, il suo enorme becco è la pala del cimitero.

Piangendo il calau invita al funerale della madre, lamentandosi per come seppellirla. Dato che non voleva aiutare nelle sepolture, quando è morta la madre la gente lo hanno lasciato solo a realizzare il seppellimento. Ora non sapendo come si seppellisce una persona, finisce per avvolgere la madre in una stuoia la carica e la seppellisce sulla sua testa, camminando con lei e piangendo la sua sofferenza, fino al tempo in che non sa deporre quel carico. Questo per gli antenati significa che sabotare le sepolture è male, perché si perde molte cose nelle sepolture, le braccia devono scavare, si sente dolore, ma all’alba si recupera subito, perché Dio restituisce tutto.
Il calau cammina con il cadavere della madre, non lascia la sua madre morta, cammina con lei e piange con il suo cadavere sulla testa, è sempre in lutto e senza cimitero, proibendo a sua madre di ritornare alla casa namulica.
Il nome del calau è: se io vengo, devo prenderle. Il denaro non scava la tomba, partecipare ai funerali è sofferenza, il defunto non si lascia agli altri.
La persona non cammina con la tomba come il calau. I cimiteri non camminano, ma sono visitati.
d. Ephomopo/calau: metáfora iniciática
Se viene il calau con la testa enorme non ridere di lui, perché porta la tomba di sua madre.
Gli antenati educano così gli iniziandi: dovete aiutarvi, non imitate il comportamento del calau, non produce amore neppure parentela, per piacere non sabotate i funerali, ma aiutatevi nei funerali.
Per i nostri antenati il calau è un uccello senza ragione, si comporta come un non iniziato, vagabondo, senza pietà, parziale e egoista, diventa un orfano/solitario, perchè ha giurato di non mai più sabotare i funerali, ma continua a sabotare.
Il calau sabotatore di funerali, è la persona che non segue i consigli, ha lasciato di aver fiducia nel Dio Namuli, è disobbediente, il suo comportamento non merita essere seguito.
Dove vive il calau, c’è anche un cattivo comportamento, perché cammina solo, stende la makeya da solo, è come un re che non educa bene, è come un regno dove non c’è coordinamento.
Il calau è come la persona che non ha religione, quando muore non si fa la preghiera, è simile anche alla persona che non visita e sabota la malattia: chi sabota, sabota se stesso.
Boicottare I funerali è uccidersi, è rinunciare di sapere, è disconoscere il futuro, è uccidere la tradizione degli antenati, porta discriminazione e discordia nella famiglia, diminuisce la parentela.
La ribellione o boicotaggio del calau è un problema grave circa la morte: non capisce che la morte esiste ed è inevitabile, rifiuta che la morte è il viaggio verso Dio Namuli, seppellendo il morto nella sua testa, nega e fa ritardare al defunto il grande viaggio attraverso l’ultima porta e così ritorni a casa, si, all’utero materno del Dio Namuli.
Morire è come la bibita dolce:
non c’é nessuno che la faccia.
La morte è la rete di Dio.
La morte è grande pioggia.
La morte è cammino di Dio.
La morte non si rinuncia.
La morte non rimane lontano dalle persone.
La morte sta nelle mani.
La morte è ortaggio di Dio.
La morte è l’ultima porta di Dio.
Morire è l’ultimo consiglio della persona.
Morire non da vergogna.
Morire è uscire dal mondo.
Morire è viaggiare.
Nel cimitero non si girano le spalle.
La ribellione o sabotaggio del calau
è un problema grave circa la vita anche:
il corpo mai è la casa della morte/tomba,
ma è la casa della vita,
è necessario che non marcisca con il cadavere,
perché la vita sta in una pentola,
è ricchezza che cade subito,
è come acqua: se cade, non si raccoglie;
è come sull’albero: non si dorme là a proprio agio,
è come una scorza del fiume: non si ha molto fiducia in essa.
Per i nostri antenati il calau è un uccello che insegna alla gente questa grande cosa: visitarsi e aiutarsi è garantire una sepoltura.
La tartaruga ha un cuore buono, visita, il calau ha un cuore cattivo, non visita. La tartaruga cammina con la sua casa e il calau anda con la tomba di sua madre. La tartaruga è esperta e il calau è insensato. Le cose degli antenati sono come la tartaruga, quelle di satana sono come il calau. La tartaruga è la testa di Dio, il calau è presa in giro di Dio.

Per camminare sempre con la tomba della madre sulla testa il calau non vuole lasciar partire la madre perchè ritorni alla casa del Namuli, non vuole separarsi da lei, nonostante sia sabotatore di funerali, ringrazia Dio per vedere sempre la sua madre.
La ribellione del calau provoca la morte. La sua testa è come un cimitero, la sua morte non si comunica.
Boicottare la tomba è male, la casa grande è il cimitero.
Il sabotatore è educato quando stà in lutto, al sabotatore gli marcisce il cadavere, il sabotatore è la talpa.
3. Il calau e Dio
Boicottare i funerali oltre ad essere un atto che infrange il principio della solidarietà, è anche un atto di empietà, di mancanza di fede nel Dio Namulico che fa uscire tutto dal suo utero materno provvisoriamente per dopo chiamare tutto a ritornare al suo utero matriarcale. Impedendo alla madre il grande viaggio di ritorno all’utero namulico, il calau si torna lui stesso un namuli definitivo della madre, un sostituto del Dio Namuli, la sua empietà è estrema, perché lui si comporta come un sabotatore e un oppositore a tutto il sistema delle coordinate della biosofia e biosfera xirima.
Tuttavia, tipico della biosofia e biosfera xirima, il calau per essere stato generato dal Dio namulico con le peculiarità analizzate, ha il suo posto nel sillabario della vita xirima, non è stato generato così inutilmente. Dio gli ha affidato una missione, lo ha fatto maestro con l’impegno di insegnare e ricordare all’uomo il contrario di ciò che lui è e fa. Come nello stato liminale dell’iniziazione dove tutto è permesso purché non sia fatto nel tempo normale, anche il calau celebra nella liminalità cronica della sua esistenza i non valori che devono essere categoricamente evitati nella vita dell’uomo. La morte esiste, negare la morte sarebbe negare lo stesso Dio, l’origine e il ritorno verso là. Se la biosofia e la biosfera danno tanto rilievo ai funerali, è perché, prima di essere la morte un imperativo categorico, è un indicativo categorico al servizio della vita.
Il sabotaggio dei funerali è una cosa molto cattiva agli occhi dell’uomo ma sopratutto agli occhi di Dio.
Dio cresce per mezzo delle sepolture reciproche: i suoi figli ritornano a casa, all’utero matriarcale namulico.
Il calau è un uccello che cammina con il cadavere nella testa, rigetta il grande viaggio di ritorno a Dio.
Dio sa misurare tutto bene, conosce tutto quello che è stato generato da lui, condividendo in tutte le parti la sua immagine. Essendo lui grande maestro dell’iniziazione, intanto non dobbiamo ridere del comportamento del calau perché è stato Dio che gli ha fatto crescere la testa perché sia la tomba di sua madre, è Dio stesso che gli ha dato di sabotare le sepolture e camminare con il cadavere nella testa, perché rimanessimo ben iniziati, non assumessimo l’esempio del calau, non boicottassimo i funerali, ma ci aiutassimo e ci seppelissimo mutuamente e così non ci ritardassimo qui in questa terra nell’ultimo viaggio, ma ritornassimo alla sua dimora Namuli, nell’altra riva, senza ritardi e in pace.
Se il tuo compagno ha la testa grande, non ridere di lui: è Dio che gliel’ha data come il calau.

4. Il calau e la Fede cristiana
Il calau come metafora inserita nel contesto cristiano, oltre ad essere anche per il cristiano un paradigma liminale di valori importanti nella vita sociale, diventa un archetipo cristiano, o prototipo trascendente che trasfigura e sublima il tipo categoriale.
Gesù
Gesù non è stato sabotatore,perchè ha visitato Maria e Marta, quando erano in lutto del loro fratello Lazzaro.
Simone di Cirene non è stao sabotatore come il calau, perchè ha aiutato Gesù a caricare la croce.
Il peso nella testa del calau è pesantissimo, mentre Gesù disse: “Venite a me, voi tutti caricati di pesi eccessivi, perchè il mio peso è lieve”.
Gesù è il calau del NT, ha caricato sulla sua testa, si, nel suo corpo, la morte di tutti, superando e vincendo tutta la morte per sempre.
Il calau si lamenta per la morte della madre. Andando a Gerusalemme, Gesù si è lamentato per l’incredulità di Gerusalemme.
La tomba della madre del calau nella sua testa è come la testa di Gesù coronata di spine.
Fede cristiana e Chiesa
I calao mai si separano, vivono in colonia. Con questo ci insegnano la comunione parentesca che è come una cicatrice che non si compra. Gesù stando sulla croce ha detto a sua madre: “Madre, questo è il tuo figlio”, e al suo discepolo: “Questa è la tua madre”.
Caricare la tomba, nel cristianesimo significa caricare ognuno la sua propria croce.
Nel cristianesimo il calau intende criticare le persone senza religione, che contraddicono le parole di Dio, non offrono la decima, vogliono però essere aiutate.
Il cristiano non può essere un sabotatore di sepolture, deve sentire pena, visitare e aiutare, senza parzialità nel suo cuore, deve essere obbediente ai comandamenti di Dio e della Chiesa, pagare la decima annuale e mensile.
Il calau è come il cristiano che ha perso la fede e non frequenta la chiesa.
Sàtana è il sabotatore per antonomasia.

Valutazione
L’ aforisma circa l’uccello ephomopo così come tutto il suo orizzonte biologico ha rivelato tutta la sua ricchezza simbolica e metaforica. Il calau è veramente una metafora feconda, può essere considerata il negativo fotografico del sistema delle coordinate della biosofia e biosfera xirima: è metafora del matrimonio dove la paternità e la maternità sono portati agli estremi della donazione e dedicazione per i figli; è metafora della solidarietà sociale, soprattutto nei momenti drammatici e tragici della malattia e della morte che attingono la famiglia sia ristretta che allargata; è metafora della maturità dell’uomo slegato e autonomo dalla madre, formula pertanto una critica latente al matriarcato quando si reduce al matriarcalismo; è metafora del Dio Namuli, vera matriarca e definitiva, non provvisoria e transitoria: del Namuli si esce momentaneamente per ritornare là definitivamente; è una testimonianza unica della centralità della morte come evento degli eventi antropologici e cosmici che mai si può manipolare, marginalizzare, tornare insignificante; è anche nell’orizzonte cristiano un paradigma molto originale della cristologia e dell’etica Cristiana.
p. Giuseppe Frizzi