Vivere il Natale in Mongolia

Il Natale è un’opportunità perché gli altri domandino: che grande festa celebrate voi Cristiani?

Sono già 5 i Natali che vivo e celebro in Mongolia. E’ una grane gioia avere l’opportunità di camminare con popolo che solo da 25 anni ha aperto le sue porte al messaggio di Cristo.

Nella capitale Ulaanbaatar in questi giorni, continuando una tradizione iniziata quando il paese era parte dell’Unione Sovietica, si adorna di grandi alberi addobbati di luci e regali. Non sono per celebrare il Natale, il paese infatti non è cristiano, ma con queste decorazioni si celebra l’Anno. Però per noi cristiani è un modo nascosto di proclamare una grande notizia: le luci parlano di Colui che la Luce; i pini sempre verdi dicono la vita senza fine di Colui che è la Vita, e i regali parlano del gran dono che Dio ci ha dato, facendosi uno di noi. Sono il simbolo di qualcosa di nuovo che sta arrivando… molti vedendo la città illuminata si possono domandare: perché tanta bellezza? Perché queste feste? Perché tanta gioia? Natale è e sarà per tutti un’opportunità per incontrarsi con Dio che si ha fatto uno con noi, e chissà se domani, facendosi domande, qualcuno senta il desiderio di conoscere, amare e seguire Gesù… speriamo di sì!

Il Natale qui non è un giorno di festa, è un giorno lavorativo, però la piccola Chiesa lo celebra con grande adesione personale, nella preghiera incessante, nella celebrazione Eucaristica animata e nella festa gioiosa come comunità cattolica. Nelle sei parrocchie missionarie esistenti in Mongolia, si celebrano le Messe del 24 dicembre di notte e del 25 dicembre, con grande partecipazione dei fedeli, insieme ad alcuni simpatizzanti non cristiani.

La celebrazione del Natale come famiglia quasi non si conosce in Mongolia, perché le famiglie cristiane sono giovani e poche. Così la celebrazione del Natale si fa nelle comunità parrocchiali. Con frequenza sono giovani e bambini i principali animatori delle celebrazioni, sia con canti, sia realizzando rappresentazioni ispirate alla storia del Natale, che è un modo anche di far conoscere alla gente comune, soprattutto a chi celebra per la prima volta la storia di Gesù e il gran Mistero dell’Incarnazione. Il Natale per questo è per noi anche un’opportunità di evangelizzazione dei non credenti. La celebrazione comunitaria ci fa sentire che non siamo soli in questo nuovo modo di vivere la vita: Gesù ci accoglie tutti e formiamo e formiamo una nuova famiglia. Questo è un sentimento che ci dà grande forza per vivere la fede nella quotidianità dando testimonianza che “Dio si è fatto uomo affinché l’uomo si faccia Dio”.

Chamia, una giovane cristiana mongola, commenta emozionata che per lei il Natale è “la Buona Notizia che nasce per tutta l’umanità. Per noi, che siamo pochi e alle volte gli unici nella famiglia che crediamo, è importante celebrarlo in Parrocchia, dove abbiamo cominciato a vivere il Vangelo. Al principio ci chiamava l’attenzione il Presepe , gli addobbi, i canti… Ora, grazie ai missionari che sono venuti a condividerci la loro fede, abbiamo compreso il significato profondo di questa celebrazione: Dio si fa uomo per stare con noi”.

Hna Esperanza Becerra Medina, mc

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