Minori migranti: Solo un problema?

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Nei primi cinque mesi del 2016 sono stati oltre 7.000 i minorenni non accompagnati arrivati in Italia.

Parlare di emergenza per quanto concerne l’immigrazione è ormai divenuta una tragica consuetudine e quello di “abituarsi” alle immagini di decine di disperati che affrontano viaggi massacranti è più che un rischio. Eppure un discorso a parte e, se si vuole, ancora più drammatico, è quello che concerne i migranti minori, spesso piccoli o piccolissimi.

Il più recente rapporto dell’UNICEF, con dati aggiornati al maggio scorso, afferma che nei primi cinque mesi del 2016 sono stati oltre 7.000 i minorenni non accompagnati arrivati in Italia. Secondo le statistiche, ormai otto minori migranti su dieci, fra quelli partiti dal nord Africa e arrivati in Europa, sarebbero non accompagnati. Non solo, la stessa fonte ipotizza che molte delle quasi 3.000 vittime registrate nel Mediterraneo tra gennaio e i primi giorni di giugno di quest’anno, siano stati proprio bambini.

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Sono bambini e adolescenti che rischiano durante viaggi, lunghi spesso mesi, di essere vittime di trafficanti di esseri umani, spesso sotto il sistema di “pay as you go” (pagare per partire).

“Decine di migliaia di bambini affrontano il pericolo ogni giorno e centinaia di migliaia sono pronti a rischiare tutto”, è la denuncia di Marie Pierre Poirier, Coordinatore speciale dell’UNICEF per la crisi dei Rifugiati e dei migranti in Europa. Sono bambini e adolescenti che rischiano durante viaggi, lunghi spesso mesi, di essere vittime di trafficanti di esseri umani, spesso sotto il sistema di “pay as you go” (pagare per partire) e sia i ragazzi che le ragazze vengono non di rado aggrediti sessualmente e costretti a prostituirsi in Libia.

Anche Save the Children, dopo il caso di violenza sessuale capitato a Ragusa qualche tempo fa nei confronti di una ragazza sedicenne sbarcata da sola in Italia, senza familiari, ha alzato con forza la propria voce: “Bisogna rafforzare tutte le reti di protezione nei confronti dei minori stranieri non accompagnati che giungono in Italia e che, proprio perché soli, sono particolarmente vulnerabili”, ha ribadito Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

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“Bisogna rafforzare tutte le reti di protezione nei confronti dei minori stranieri non accompagnati che giungono in Italia e che, proprio perché soli, sono particolarmente vulnerabili”.

E, purtroppo, le storie di questi bambini sono spesso assai simili nella loro drammaticità, come testimonia anche il recentissimo libretto A braccia aperte. Storie di bambini migranti, un delicato e riuscito tentativo di raccontare ai nostri figli le storie di altri piccoli come loro, assai meno fortunati: vicende come quella di Alex, fuggito da Sarajevo, o di Hazem, che dalla Siria bombardata arriva in Germania, o del giovane Hailè, giunto in Italia dall’Eritrea…

Ma come affrontare concretamente queste emergenze, anche a livello legislativo, così da poter disporre di mezzi più efficaci per contrastare i fenomeni di sfruttamento dei migranti minori?

Nel nostro ordinamento, le disposizioni in materia di minori stranieri non accompagnati sono contenute principalmente nell’ormai datato Testo unico in materia di immigrazione (D.Lgs. 286/1998), anche se specifiche disposizioni sulla loro accoglienza sono state previste dal recente Decreto 142/2015, con cui è stata recepita la Direttiva Europea 2013/33/UE relativa all’accoglienza dei richiedenti asilo. Alla Commissione Affari costituzionali della Camera è all’esame, da tempo, una proposta di legge di iniziativa parlamentare, avente come scopo proprio la modifica della normativa vigente sui minori stranieri non accompagnati presenti in Italia, con l’obiettivo di stabilire una nuova disciplina, che rafforzi le tutele nei loro confronti e ne garantisca un’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale.

Ma quanti sono i minori stranieri oggi in Italia? Difficile dirlo. A novembre 2015, in occasione della 25ª Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la Caritas di Roma ha presentato un dossier dal titolo Le difficili sfide dei minori stranieri non accompagnati nel percorso di crescita e di integrazione, da cui emerge, fra l’altro, che sarebbero stati più di 15.000 i minori stranieri non accompagnati presenti complessivamente nel territorio italiano a quella data, di cui quasi 5.600 avevano già fatto perdere le loro tracce, rendendosi irreperibili agli enti che li avevano in tutela.

Un dato drammaticamente in linea con quello di Europol, la polizia europea, secondo cui, solo nel 2015, sarebbero oltre 10.000 i minorenni stranieri non accompagnati svaniti nel nulla dopo il loro arrivo in Europa.

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…solo nel 2015, sarebbero oltre 10.000 i minorenni stranieri non accompagnati svaniti nel nulla dopo il loro arrivo in Europa.

La maggior parte dei minorenni stranieri che si sarebbero resi irreperibili lo avrebbe fatto per immettersi nel mercato del lavoro in nero, fra commercio ambulante, dei mercati generali o dell’edilizia, oppure per emigrare in Francia, o, peggio ancora, per finire nel “giro” dello sfruttamento per fini sessuali o della piccola delinquenza.

È, dunque, sempre più necessario investire risorse per favorire l’integrazione e creare le condizioni per cui l’arrivo di queste nuove energie sociali rappresenti uno stimolo e un’occasione, per i minori migranti stessi e per la società che li ospita, di evolvere in meglio. Sono più che mai, quindi, indispensabili diverse ed integrate azioni a differenti livelli, politico, giuridico, sociale, educativo: studi che permettano in tempi brevi di rilevare i fattori di rischio e di elaborare strategie di intervento tempestive ed efficaci; campagne di informazione nei Paesi di provenienza; collaborazione tra i Paesi dell’UE per armonizzare le procedure di accoglienza ed assistenza.

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…la mia frase preferita l’ha pronunciata uno dei rifugiati, un ragazzo: ‘Ricordati che non sono pericoloso, ma sono in pericolo’”.

A queste soluzioni si potrebbero affiancare forme di accoglienza individualizzate come l’affido familiare, soprattutto per i bambini più piccoli che necessitano di cure e di attenzioni specifiche o, ancora, lo snellimento delle procedure di trasferimento previste dal Regolamento Dublino III, nel caso in cui vi siano familiari presenti in uno Stato diverso da quello in cui sono arrivati.

Senza dimenticare mai, come ha detto recentemente Bono Vox, il leader del gruppo rock irlandese U2, che “la mia frase preferita l’ha pronunciata uno dei rifugiati, un ragazzo: ‘Ricordati che non sono pericoloso, ma sono in pericolo’”.

di FABRIZIO GAUDIO

Questo articolo è stato pubblicato nella rivista Andare alle Genti, Luglio – Agosto

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