Il Centro ”Stella del Mattino” (Nyota ya asubuhi) accoglie giovani , ragazzi e ragazze dai 15 ai 25 anni , che nella loro breve vita hanno gia’ vissuto esperienze dolorose che hanno segnato la loro giovane personalita’ ancora in formazione. Le giornate scorrono tra lavoro e studio. Sono sereni, perche’ qui sentono di essere amati: sanno che li abbiamo accolti per dare loro una formazione solida e un’educazione scolastico/professionale che li possa rendere fra qualche anno capaci di uscire dal circolo di grande poverta’ in cui sono nati e cresciuti.
Ci sono momenti però in cui le sofferenze passate riaffiorano e questi giovani, una volta acquistata confidenza in noi Suore ed Insegnanti, sentono il bisogno di dare sfogo al loro profondo dolore circa le esperienze vissute, ai loro dubbi circa il futuro…..
Qualche giorno fa Andrea è entrato in ufficio con un po’ di titubanza per parlarmi del problema di un suo compagno… ma, trovata l’atmosfera adatta ha cominciato a raccontarmi la sua storia. E’ nato in una famiglia abbastanza benestante e i primissimi anni della sua fanciullezza sono trascorsi nella pace. Il padre aveva un lavoro ben retribuito., la mamma coltivava i campi. Erano 4 fratelli di cui lui e’ il maggiore. Putroppo questa situazione ha cominciato a cambiare quando il padre si e’ lasciato coinvolgere da un compagno di lavoro in un affare losco, si e’ dato all’alcool e alle donne. Tornava a casa solo piu’ per portare qualche soldo per i figli… Un giorno il datore di lavoro scopri’ di essere stato derubato da lui e i suoi compagni; lo porto’ in un luogo di stregoneria ed egli ritorno’ a casa irriconoscibile. Andrea piange quando spiega lo shock che ha avuto nel vedere suo padre cosi’ cambiato: urlava, batteva sua mamma e suoi fratelli. Lui, piu’ grande scappo’ dalla paura e ando’ dalla nonna. Il padre afferro’ il figlio piu’ piccolo, di circa 5 anni, lo batte’ e lo trascino’ nel bosco. Camminarono per lunghe ore. Il padre sempre piu’ furioso entro’ in una casa di un villaggio lontano: comincio’ ad imprecare dicendo che voleva le sue mucche e capre… Gli abitanti della casa spaventati presero bastoni per difendersi e lo malmenarono fino a rompergli le gambe. Poi lo lasciarono nel bosco. Il bambino vago’ per un po’, e poi cadde sfinito nel bosco lontano dal padre.
Qualche passante riconobbe il padre e porto’ la notizia alla famiglia che lo venne a prendere e riportare a casa. Quando lo videro, la mamma e i fratelli disperati gli chiesero dove aveva lasciato il piccolo. Egli, ritornato in se’, indico’il luogo. Andrea e la mamma si misero di corsa in cerca del piccolo…
A questo punto del racconto Andrea fa grande fatica a continuare: e’ sopraffatto dal dolore… descrive suo fratellino con tanto amore: era bello, sano, allegro e intelligente….Lo abbiamo trovato rovesciato a terra, morto … le formiche nere (viaggiatrici) ne avevano divorato l’intestino.
Andrea dice con forza: “sista, quel giorno ho cominciato a odiare mio padre: per me lui era solo piu’ un animale della terra, di quelli che mangiano animali sotto terra….La mamma ha dovuto vendere tutti i nostri beni per pagare i debiti di mio padre. Siamo rimasti perfino senza casa…. Mi sono ammalato e mi hanno portato nell’ospedale della citta’. Li’ il Signore mi aspettava per salvarmi. Una missionaria della Consolata che visitava gli ammalati mi ha visto in pericolo di morte e mi ha battezzato….Io sono sicuro che la GRAZIA di Gesu’ mi ha conquistato…tornato a casa ho cominiciato a pregare e…pian piano ho trovato la forza di perdonare mio padre e di insegnarli la Parola di Dio….Poi dopo alcuni anni, finite le elementari desideravo tanto proseguire gli studi ma mia madre, molto ammalata, non poteva pagare le spese. Sono andato in citta’ a cercare lavoro e qui un’altra missionaria della Consolata e’ stato lo strumento di Dio per darmi consolazione e speranza. Ella mi ha offerto di venire in questo Centro dove oggi godo perche’ qui c’e’ pace, bonta’, lo studio mi apre un mondo che non conoscevo…Ho anche la possibilita’ di aiutare con la preghiera e il consiglio i miei compagni provati come me da esperienze tristi…”.
Nel Centro Andrea e’ davvero una presenza buona, positiva e anche coraggiosa. E’ forte con i compagni che non fanno bene, li accompagna e se vede che le fanno troppo grosse ce li indica perche’ noi possiamo prendere i provvedimenti necessari per aiutarli a cambiare. Ne ha gia’salvati alcuni da comportamenti che avrebbero potuto portare serie conseguenze alla loro giovane vita.
Mi dice anche che sovente pensa con preoccupazione alla mamma, molto ammalata, che si trascina nel campo per coltivare un po’ di granoturco e verdure per tirare avanti e nutrire il padre disabile e i due figli che frequentano ancora la scuola. Andrea, quando trova un po’ di tempo libero dagli impegni del Centro, coltiva un campicello e ne vende il raccolto per pagare le spese di studio del fratello che frequenta le secondarie.
suor Zita Amalia, MC