Viaggio verso se stessi

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Alla conclusione dell’anno della Misericordia è bello ripercorrere la dinamica che conduce alla scoperta della fonte inesauribile dell’acqua viva.

Gesù alla Samaritana svela i passi del percorso del cammino di fede e del rapporto con Gesù. Cinque sono i passi che Gesù ha fatto fare alla Samaritana:

Il desiderio: l’arsura della gola, a mezzogiorno, l’anfora vuota.

La ricerca: mi muovo, camminando sotto il sole. Il mio de­siderio si traduce in movimento attivo.

L’incontro: al pozzo, Lui mi pone una domanda: “dammi da bere”. La stessa mia domanda. Lo stesso desiderio che ho io. Siamo in due.

Il dialogo: “Perché chiedi a me?” Adesso, le domande le pongo io. E sempre più profonde.

La verità: “Chi sono io? Chi sei tu?” Mi lascio scoprire. Lui si rivela: “Sono io che ti parlo”. Mi fido. Credo in Lui! [1]

Parola di Dio: Gv. 4,1-26


Chiavi di lettura:

  1. Il cammino della Samaritana è un percorso che va dalla ricerca di senso, a causa di una vita ormai sfiorita, all’incontro con Gesù: Colui che finalmente sazierà la sua sete. In questo itinerario la donna compie un viaggio verso la verità di se stessa, verso la propria interiorità, verso il luogo dove abita il Signore, verso la fede in Lui.
  2. Giovanni, nel testo proposto, distingue tra pozzo e sorgente; usa due verbi differenti per indicare due realtà fondamentalmente diverse: la sorgente è il luogo dove l’acqua sgorga generosa, abbondante e può essere bevuta senza sforzo, il pozzo invece, quanto più è profondo, tanto più richiede fatica per attingere l’acqua. L’acqua del pozzo non è viva, l’acqua della sorgente è viva, anzi è una fonte che zampilla.

La donna attraverso il dialogo con Gesù deve dare il passo dal desiderio dell’acqua del pozzo a quello della sorgente se vuole avere Vita.

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Giovanni, nel testo proposto, distingue tra pozzo e sorgente, l’acqua del pozzo non è viva, l’acqua della sorgente è viva, anzi è una fonte che zampilla.

Alcune piste per la riflessione

Al v.7 del nostro testo entra in scena una donna di Samaria che viene al pozzo per un bisogno feriale, attingere acqua. È una donna tra le tante, senza nome, una donna come le numerose donne riportate nella Bibbia. L’indicazione dell’ora: “…era circa l’ora sesta” è importante: l’ora del mezzogiorno è l’ora della salvezza…, della redenzione, l’ora di Gesù… . Il testo suggerisce che l’arrivo di questa donna è un’anomalia: non si va ad attingere a mezzogiorno, nell’ora più calda del giorno, ma di sera, con le altre donne. La donna che arriva sembra voler evitare l’incontro con altre persone, come se avesse bisogno di nascondere qualcosa o come se non godesse della stima e del riconoscimento altrui.

Gesù inizia un dialogo che si scandisce in tre tappe in base agli argomenti trattati: l’acqua (vv.7-15), il marito (vv.16-19), la vera adorazione (vv.20-26). Nelle tre tappe del dialogo la donna manifesta una mancanza: non ha l’acqua, non ha marito, non conosce il luogo della vera adorazione. Nella prima tappa anche Gesù manifesta una mancanza: chiede da bere e non ha di che attingere, ma nel corso del dialogo si assiste a un’inversione tra chi chiede e chi dona. Inoltre all’inizio la mancanza della donna riguarda l’acqua, ma il suo lasciare la brocca (v. 28), induce a domandarsi quale sia la vera mancanza che il dialogo metterà in luce. Alla fine, alla donna non importerà più l’acqua del pozzo, ma Colui che dona l’Acqua viva[2].

  1. Sc21-Samaritidi1 edItinerario di relazione: Al v.10 durante il dialogo sulla mancanza di acqua Gesù risponde alla Samaritana: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Gesù lascia che la donna avverta una provocazione e che percepisca una promessa: parla di “acqua viva”… Acconsente che la donna si ponga ancora su un livello di desideri “tangibili”, di soddisfazione dei bisogni, mentre, intanto evoca un altro livello di desideri profondi, di compimento, di verità, di identità piena, dove l’acqua viva assume il significato del dono di Dio, di Dio stesso, del suo amore appassionato per la sua creatura, della sua azione vivificante, della propria rivelazione, di Lui fatto dono.

Di questo itinerario fa parte la reazione della donna (vv.11-12): “Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo, da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?”, senza esserne consapevole, la Samaritana dice la verità.

Gesù passa poi dal tema dell’acqua a quello della sete, espressione più evidente del desiderio (vv.13-14): “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. Così attraverso le sue parole anche noi siamo interrogati per individuare quale sia la sete che avvertiamo, dove andiamo a cercare acqua? Gesù lascia intuire che la sua acqua spegne la sete per sempre, colma per sempre e totalmente ciò che uno desidera e scaturisce dal contatto con Lui.[3]

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Attraverso le parole [della samaritana] anche noi siamo interrogati per individuare quale sia la sete che avvertiamo, dove andiamo a cercare acqua?
  1. La ricerca attiva e il dialogo: La seconda reazione della donna è finalmente una richiesta, quella dell’acqua, non chiede più per sapere ma per avere e sollecita un’iniziativa da parte di Gesù; sembrerebbe che sia giunta a capire l’intenzione del suo interlocutore. Ancora una volta, però, restiamo sorpresi dal Signore che, alla domanda della Samaritana, risponde con un invito ulteriore che sposta i termini della questione “va a chiamare tuo marito e torna qui” (v. 16). È una parola che svela l’ambiguità dell’intuizione della donna. Gesù entra nel codice sponsale che la donna sta usando, perché sa quale è il suo desiderio più profondo. La richiesta di Gesù rivela l’assenza più assoluta dell’acqua della sorgente, una mancanza che distanzia dalla vita vera (Gv. 2,3; 5,7; 21,7). Svela, inoltre, se stesso come Colui che, conoscendo il cuore, ravvisa anche le sue inconsistenze e aspettative.
  1. Verità e trasformazione: La Samaritana pone un’altra questione, e finalmente si tratta di una domanda reale: dove adorare…? (v. 20ss). Di fronte a ciò, Gesù la chiama “donna”, facendo precedere il vocativo da un invito alla fede, “credimi”. Giovanni nel suo vangelo utilizza il termine “donna” per indicare una situazione in cui il rapporto con Gesù ha portato alla trasformazione, a un cambio di desideri, di progetti e di vita. Tutte le donne che compaiono nel vangelo di Giovanni subiscono questa duplice trasformazione; non abbiamo donne guarite né donne perdonate, ma donne trasformate dalla fede (cfr. Maria, Gv. 2; Marta e Maria di Betania,, Gv. 11; Maria di Magdala, Gv. 20).
Tutte le donne che compaiono nel vangelo di Giovanni subiscono questa duplice trasformazione; non abbiamo donne guarite né donne perdonate, ma donne trasformate dalla fede.
Tutte le donne che compaiono nel vangelo di Giovanni subiscono questa duplice trasformazione; non abbiamo donne guarite né donne perdonate, ma donne trasformate dalla fede.

La risposta di Gesù focalizza l’azione dello Spirito Santo. E’ Lui a mettere in relazione il credente, che adora, con il Padre, inserendolo nel mistero di Cristo che è Verità.

Preghiera personale:

  • Scegli qualche espressione del testo
  • Ascolta come chi ascolta Dio che parla al cuore.
  • Lascia penetrare la parola nel tuo cuore, in silenzio…
  • Nella fede e nell’amore diventa consapevole che tu stesso sei coinvolto in questo dialogo…
  • Spalanca il tuo essere all’incontro con Lui… quali le mie “mancanze?”
  • Impara a guardarti con gli occhi di Gesù…
  • Guarda a Lui con gli occhi della Fede…
  • Faccio verità nella mia vita per incontrare lui…

25 anniversario 3 ed Impegno:

“Sono io che ti parlo”. Mi fido. Credo in Lui! Mi apro a Dio per adorarlo in Spirito e Verità. Mi lascio trasformare da Lui.

Suor Renata Conti MC

[1] DIREZIONE GENERALE MC, Circolare  N° 2,  25 Novembre 2012  NEPI (VT)

[2] MARCHESELLI M., Dialoghi della Donna di Samaria, Facoltà teologica dell’Emilia Romagna, 2007

[3] BARBERO F. La Samaritana al pozzo, commentari 2008

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