Cara Suor Celeste,
ho ricevuto la tua e-mail e mi ha un po’ sorpreso il tuo commento all’ultimo numero di “Lo conosci Paolo”. Capisco la tua sensibilità, ma penso che il racconto “Abbracci e lacrime” abbia qualcosa, comunque, di positivo. C’è bisogno di fare tante esperienze, magari sbagliando, prima di avere un’idea su quale sia la strada giusta da prendere. Per un po’ c’è anche bisogno di chi ti aiuta a capire cosa c’è da fare e cosa c’è da non fare. Soprattutto per essere in grado di voler bene davvero è necessario che cresca nel tuo cuore la certezza che da qualche parte c’è qualcuno che non ti abbandona mai nonostante tutto quello che ”combini”.
Gesù non ha lasciato la sua casa a sedici anni. A dodici ha cominciato a provare a fare come sentiva nel cuore, ma anche lui ha intuito che aveva ancora bisogno di Giuseppe e Maria per capire meglio come indirizzare la vita. E’ passato del tempo e poi non ha avuto paura di contaminarsi con i pubblicani e i peccatori. Le sue frequentazioni però non servivano per sperimentare nuovi cammini, ma per condividere le sue certezze di amore con tutti coloro che si sentivano soli.
Ci tengo a farti sapere, poi, che non stiamo educando Luigi ad evitare i cattivi, ma a saper scegliere tra buone e cattive esperienze. E proprio la scoperta di quello che è nel nostro cuore significavano le lacrime e l’abbraccio di Luigi con la mamma. Né io né Carla possiamo dimenticare quei missionari che sono stati anni con i lebbrosi senza paura di infettarsi. E che poi hanno dovuto curarsi la lebbra anche loro. Non mettiamo nel cuore di Luigi la paura del pericolo, ma il desiderio di una vita bella.
Un’altra cosa devi sapere. E’ passato un po’ di tempo da quell’episodio. Nel frattempo, Luigi ha stretto amicizia con uno dei ragazzi di quel gruppo. Si ritrovano spesso insieme nel nostro garage. E’ un po’ che non ci metto più l’automobile. Ora è occupato dalla batteria che Luigi suona ascoltando le canzoni. Sono entrato una volta pensando che Luigi fosse solo e invece c’era anche Andrea. Proprio quel ragazzo, e aveva portato la chitarra. Suonavano insieme. Luigi poi mi ha detto che il suo nuovo amico non finisce più di raccontare a tutti la sua amicizia con lui.
Grazie per la tua grande passione per gli ultimi.
Paolo.
Lc 2,41-51
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Scrivi a Paolo: professorepaolo2016@libero.it
.