[vc_row][vc_column][vc_column_text]L’incontro di una giovane con il Beato Allamano e la misericordia

Mi presento: sono Annalisa Abbracciavento, ho 17 anni, sono una giovane GeM e da quest’anno sono animatrice nel gruppo Missionario: “ARCOBALENO 1” (che accoglie i ragazzi delle scuole medie, dagli 11 ai 14 anni, in questo gruppo trattiamo tematiche importanti, ma con modalità adatte all’età). Ovviamente, non sono diventata animatrice dall’oggi al domani, ma soltanto dopo aver seguito i diversi cammini negli anni. Quindi, anch’io sono partita col partecipare agli incontri dell’ARCO 1, poi ho frequentato l’ARCO 2, (che accoglie i ragazzi delle superiori di età tra i 14 e 17 anni, qui si aprono un po’ gli orizzonti per far conoscere ai ragazzi le diverse realtà e, come dice il Papa, le varie periferie), l’altro gruppo presente nel Centro è il GeM (Giovani e Missione, del quale fanno parte, appunto i giovani dai 17 anni in poi. Qui, diciamo che si affrontano tematiche più difficili e si presta perlopiù servizio ) che lo frequento tutt’ora. In quest’ultimo gruppo ci sono anche dei ragazzi, che per motivi universitari non partecipano fisicamente ai nostri incontri, ma che comunque sono a conoscenza dei temi che trattiamo e, preghiamo e riflettiamo insieme, anche se distanti. Faccio parte di questa 2^ famiglia perché è una passione che mi è stata tramandata da mai sorella, la quale anche lei, precedentemente ha frequentato assiduamente i diversi cammini.

Oggi vorrei fare una breve testimonianza sulla vita del Beato Giuseppe Allamano, su questo grande uomo, dal punto di vista, però, della MISERICORDIA, che in quest’anno Santo è come riemersa dal cassetto polveroso delle cose un po’ dimenticate, anche se Papa Francesco ne ha sempre parlato, e prima di lui San Giovanni Paolo II, una cosa speciale e che colpisce, è l’esperienza speciale che i Santi fanno di questa Misericordia. Ci sono esempi conosciuti, altri un po’ meno, ma tutti molto significativi. Io vorrei proporvi una riflessione sulla Misericordia sui nostri “Santi”, partendo, appunto, dal Beato Giuseppe Allamano. Chi lo ha conosciuto dice che quando parlava dell’amore di Dio cambiava d’aspetto, alcune volte diventava rosso. Questa esperienza è fondamentale per ciascuno di noi. Se siamo amati, impariamo ad amare e trasmettiamo amore agli altri. Con il suo sguardo sempre lungimirante, il Beato Allamano non si fermava alla sua città Torino, nemmeno al Piemonte o alla sola Italia: sin da giovane il suo cuore batteva forte pensando che nel mondo c’erano troppe persone che non potevano fare l’esperienza dell’amore e misericordia di Dio, perché nessuno glielo aveva annunciato. Non potendo essere lui missionario, per ragioni di salute, iniziò a intuire lo stesso desiderio di bene in numerosi giovani sacerdoti, e così, tenacemente, per molti anni, sognò e progettò un Istituto Missionario per sacerdoti e fratelli, che ebbe la sua fondazione nel 1901, perciò devo ringraziarlo se adesso mi trovo qui, altrimenti senza questo suo meraviglioso progetto a quest’ora non so dove sarei.

La misericordia, per lui, si dimostrava nell’andare, nell’annunciare e nell’accogliere nella Chiesa i figli di Dio che abbracciavano la fede in Gesù Cristo.
Leggendo i suoi scritti una peculiarità che mi ha colpita è stata quell[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]